Grattacapo pensioni per i varesini. L’assegno diventa sempre più slim

Il convegno - Preoccupazione dei consulenti del lavoro: «Il rischio è di ritrovarsi a riposo a 70 anni con 700 euro»

Il tema sempre “caldo” e attuale delle pensioni, è stato al centro di un convegno organizzato nei giorni scorsi a Ville Ponti di Varese, dall’associazione dei consulenti del lavoro della nostra provincia. La prima parte del convegno è stata dedicata all’assemblea annuale dell’associazione di categoria presieduta da, mentre la seconda parte ha visto protagonista il tema della previdenza.

Un argomento quanto mai d’attualità, che è stato affrontato a 360 gradi, discutendo non solo della previdenza dei liberi professionisti ma di tutte le categorie di lavoratori; i consulenti del lavoro offrono anche consulenze ai propri clienti in materia pensionistica e previdenziale. «Non si tratta soltanto di un tema delicato ma anche complicato da una serie di riforme che si sono succedute dal 1995, con quella di Dini a quella del 2011 della Fornero –

commenta Butto – Quello che è certo è che nel tempo la situazione è peggiorata soprattutto per le classi più deboli a causa dell’introduzione del sistema contributivo, che ha sostituito quello misto». L’associazione dei consulenti del lavoro varesini è molto preoccupata per il tema pensioni e chiama in causa la classe politica. «La riforma Fornero penalizza fortemente la classi più deboli – riprende il presidente – Se prima l’assegno previdenziale era di circa l’80% dell’ultimo stipendio, con la normativa attuale si fa fatica ad arrivare al 60% con il rischio concreto di andare in pensione a 70 anni con 700 euro al mese». Un problema sentito ovviamente anche dai liberi professionisti che lo hanno rimarcato nei loro interventi durante il convegno a cui ha preso parte anche un relatore esperto come. I presenti hanno stigmatizzato fortemente anche le baby pensioni erogate ai dipendenti del settore pubblico con appena quindici anni di versamenti di contributi. «Baby pensioni che ricadano sulle spalle di tutti noi – sottolinea Butto – per non parlare dei vitali dei politici che pesano moltissimo sulle casse pubbliche; noi chiediamo che siano fatte riforme strutturali che non danneggino le classi più deboli». Bocciatura senza appello per la legge Fornero entrata in vigore nel 2012; l’associazione dei consulenti del lavoro della provincia di Varese hanno le idee chiare. «La Fornero è andata sul sicuro per fare cassa, ma non ha toccato i privilegi dei politici che sono intatti; ci vuole una riforma che non vada a peggiorare la situazione già precaria delle classi più deboli» dichiara il presidente Butto. Anche la gestione dell’Inps è finita nel mirino del convegno; «una gestione disastrosa» l’ha definita il presidente. Guttadauro ha commentato alcuni aspetti della legge Fornero, che non riguarda i liberi professionisti. «La legge ha messo in equilibrio i conti e risultati si vedranno tra un po’ di anni – la premessa dell’esperto di previdenza – certo ci sono richiesti tanti sacrifici, sia sull’età pensionabile che sull’entità dell’assegno».

Anche il tema della flessibilità in uscita è stato affrontato durante il convegno; già introdotta dalla riforma Dini, è stata tolta da Maroni e oggi si torna a parlarne. «Il problema è che mancano le risorse» sottolinea Guttadauro, il quale poi ha affrontato il tema della cosiddetta busta arancione ideata dall’Inps per informare i cittadini sull’entità della loro futura pensione. «Un’idea assurda – conclude l’esperto – perché si fonda su ipotesi che da qui a 15 anni possono rivelarsi totalmente infondate, mentre non dice niente su quanto prenderebbe di assegno oggi un cittadino in caso di premorienza, infortunio, inabilità o invalidità».