Addio incentivi del Governo E il settore green teme il crollo

Pur in uno scenario economico che resta incerto, cresce la sensibilità di aziende e cittadini per lo sviluppo sostenibile, con riflessi positivi per il mercato del lavoro, soprattutto in Lombardia.

L’aumento delle richieste di figure professionali legate all’ambiente e alle energie rinnovabili, genera ottimismo sul mercato.

Secondo i dati presentati da InfoJobs, che nel 2009 ha lanciato Green Job, primo canale tematico dedicato alle offerte di lavoro nel settore della green economy, la richiesta per questi profili è cresciuta costantemente negli ultimi cinque anni al ritmo di circa il 10% annuo, con un’ulteriore accelerazione nel primo trimestre 2014.

Sono le regioni del Nord quelle che registrano una maggiore richiesta di profili green con la Lombardia in testa con il 28.3%.

Le categorie più ricercate dalle imprese riguarda il settore vendite con il 34.8%, seguito da operai 20.6%, ingegneri 15.2%, commercio al dettaglio 5.9% e poi sanità, acquisti, amministrazione e contabilità.

A livello di profili più ricercati si trovano: agente fotovoltaico, agente eolico, agente energie rinnovabili, energy manager, ingegnere ambientale, manutentore di impianti fotovoltaici, montatore di impianti, progettista di impianti e tecnico di laboratorio.

Per quanto riguarda la provincia di Varese, l’invito di chi lavora nel settore delle energie rinnovabili è quello di andare però con i piedi di piombo.

Il fatto che il Governo abbia azzerato tutti gli incentivi per le aziende per dotarsi di impianti fotovoltaici, sta già avendo conseguenze sul mercato; altra cosa per i privati, dove gli incentivi statali sono ancora al 50%. «Il fotovoltaico ha conosciuto un boom che è durato dal 2007 fino al 2013 – spiega Davide Macchi, titolare dell’omonima azienda di Gallarate che ha sei dipendenti e che si occupa di installare pannelli fotovoltaici – in questi anni abbiamo lavorato parecchio soprattutto con le aziende medio grandi».

Addirittura in questi anni, molte aziende sono venute in Italia a produrre direttamente pannelli fotovoltaici assumendo nuove personale. Effetti positivi che rischiano seriamente di essere bruciati, ovviamente anche nell’ottica della creazione di nuovi posti di lavoro, dall’azzeramento degli incentivi fiscali alle imprese che decidono di dotarsi del fotovoltaico.

«Il nostro lavoro adesso è orientato verso i piccoli impianti nelle abitazioni private dove l’incentivo è ottimo e dove l’investimento può essere recuperato in sette anni – prosegue Macchi – in una situazione di questo tipo una figura professionale ricercata può essere quella del manutentore degli impianti che ogni anno necessitano di manutenzione».

Se tornassero gli incentivi alle imprese, crescerebbe ovviamente la ricerca di questi profili professionali, per il quali non sono richiesti particolari titoli di studio; il mestiere si può imparare anche direttamente in azienda, attraverso una specifica formazione sul campo.

«Purtroppo in Italia non ci sono mezze misure, o incentivi altissimi o niente – conclude l’imprenditore – L’80% del fatturato della nostra azienda si riferisce al fotovoltaico; di opportunità di realizzare nuovi impianti ce ne sarebbero ancora molte ma così si rischia di bloccare tutto il settore fotovoltaico e delle riqualificazioni energetiche e di conseguenza anche le assunzioni».

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