Alitalia-Etihad, matrimonio fatto Malpensa non vuol pagare il conto

Il matrimonio Alitalia-Etihad fa tremare Malpensa, la politica locale fa fronte comune per lo scalo. «È un’infrastruttura strategica, l’aeroporto non deve essere penalizzato».

A Daniele Marantelli, deputato varesino del Pd, non bastano le rassicurazioni fornite nelle scorse settimane dal ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi: «Alle parole devono seguire i fatti – sottolinea Marantelli – ma è evidente che se il piano industriale, posto che se si parla di potenziamento del cargo siamo all’ovvio perché le materie prime ad alto valore aggiunto che volano si producono al Nord, dovesse prevedere da 11 a 15 voli in più su Malpensa, non sarebbe un gran risultato».

Ecco perché Marantelli resta in «fiduciosa ma rigorosa attesa» di conoscere i dettagli del piano industriale della newco. «Se i segnali sono quelli di mettere 100 voli intercontinentali a settimana a Fiumicino, è chiaro che il desiderio di conoscere quale sarà l’impegno su Linate e Malpensa è altissimo. Anche perché sappiamo per esperienza che è nei dettagli di questi accordi che si nasconde il “diavolo”». Massima allerta, dunque, sul futuro dello scalo, ma anche la richiesta di un impegno forte su Malpensa, qualora Etihad dovesse spostare in modo così rilevante il baricentro del trasporto aereo verso Roma.

«L’alta velocità a Malpensa è un fatto importante – fa notare l’onorevole Marantelli – se guardiamo ai profondi cambiamenti che potranno verificarsi nei prossimi anni nel settore del trasporto aereo, non possiamo sottovalutare che la competizione si farà tra i territori».

«Su questo fronte, un’infrastruttura come Malpensa, ben lontana dalla cattedrale nel deserto del ’98, è un asso nella manica che dobbiamo essere capaci di valorizzare. Toccherà al piano nazionale degli aeroporti definire una strategia e le specializzazioni dei vari scali».

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