C’è Black Friday lombardo. Ora i saldi partono prima

Il divieto di vendite promozionali sarà nei soli 30 giorni antecedenti alle quelle di fine stagione

Mesi fa avevano fatto scalpore le multe comminate ai negozianti lombardi, di Milano in particolare, che, come nel resto d’Italia, avevano fatto sconti seguendo l’idea importata dagli Usa di festeggiare il Black Friday. Questo accadeva perché in Lombardia c’è una legge che, per tutelare il periodo dei saldi post-natalizi, vieta espressamente gli sconti a partire da 40 giorni prima dell’inizio dei saldi natalizi (30 nel resto d’Italia).

Dopo le proteste dei commercianti la Regione aveva promesso che avrebbe messo mano alla norma e di recente la commissione alle Attività produttive ha approvato il provvedimento che istituisce il “Black Friday” lombardo. La proposta di legge che modificherebbe il testo unico del commercio sarà quindi votata in aula. Secondo il presidente della commissione in quota Lega Nord Pietro Foroni «con questo provvedimento normalizziamo iniziative che vengono già celebrate sul territorio ma che, in alcuni casi, sono state paradossalmente sanzionate». Il progetto di legge propone di accorciare il periodo di divieto di vendite promozionali nei soli 30 giorni antecedenti alle vendite di fine stagione, permettendo così il normale svolgimento del “venerdì nero”, che in America cade il giorno dopo i festeggiamenti per il “Thanksgiving Day” dando inizio alla stagione dello shopping natalizio.

Altro provvedimento giunto in commissione nei giorni scorsi è stato l’avvio della discussione per una proposta di legge al Parlamento per introdurre nuove norme in materia di contrattazione collettiva decentrata. Si tratta di un testo, composto da 6 articoli, che mira alla determinazione dei minimi salariali a livello regionale e aziendale. Il punto di partenza è che «mantenere la centralità del contratto nazionale anche nella determinazione dei salari minimi non tiene conto delle differenze connesse al potere d’acquisto da Regione a Regione con conseguente ingiusto squilibrio del salario reale», recita la relazione. Mentre Foroni ha spiegato che «il decentramento delle contrattazioni collettive ha come obiettivo l’uguaglianza sostanziale attraverso la verifica del potere reale di acquisto ed un altro aspetto fondamentale è la volontà di ancorare la retribuzione a coefficienti di produttività».

Nella relazione che accompagna la proposta di legge è riportato che secondo una ricerca della Fondazione Rodolfo Debenedetti, svolta nel 2014 dagli economisti Tito Boeri della Bocconi, Andrea Ichino dell’Istituto universitario europeo ed Enrico Moretti dell’università californiana di Berkeley, un cassiere di banca di Milano con cinque anni di anzianità guadagna uno stipendio nominale superiore a quello di Ragusa del 7.5%. Considerata la differenza del costo della vita lo stipendio reale del bancario è inferiore del 27.3% rispetto a quello del collega siciliano.