Dal governo tre miliardi per la provincia di Varese

I fondi serviranno per Pedemontana, laghi e linea ferroviaria Gallarate-Malpensa

La firma del Patto per la Lombardia tra il governatore della Lombardia Roberto Maroni e il presidente del Consiglio Matteo Renzi porterà sul territorio poco meno di 11 miliardi di euro, di cui quasi 3 miliardi nella nostra provincia, per Pedemontana, compreso il completamento della tangenziale di Varese, per il risanamento dei laghi e per la linea ferroviaria Gallarate Malpensa.

Una cifra importante che testimonia il ruolo di assoluto rilievo del sistema Varese all’interno del contesto lombardo; Lombardia che, stando ai numeri elaborati dalla Camera di Commercio di Milano sui dati Eurostat del 2013, occupa il secondo posto a livello europeo come numero di aziende.
Al primo posto l’Ile de France con più di 971 mila imprese attive, al secondo come detto la Lombardia con 818 mila aziende e terza la Catalogna con 633 mila;

al terzo trimestre di quest’anno, le imprese lombarda risultano in aumentano rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Gli occupati in Lombardia sono circa 4 milioni; quasi un occupato su cinque in Italia lavora in Lombardia.
Il Pil regionale è pari a circa 300 miliardi e rappresenta circa un quinto di quello italiano; forte anche la propensione al business estero, visto che sono oltre 100 mila le aziende che esportano, il 15% del totale lombardo.
Un ruolo di traino che lo stesso premier ha riconosciuto giovedì, durante il suo intervento al Pirellone per la cerimonia della firma, non solo a Milano ma a ogni singola provincia lombarda, Varese compresa ovviamente.
Com’ è la situazione delle imprese nel nostro territorio?
Nel 2016, rispetto allo stesso periodo del 2015, il numero delle aziende della provincia di Varese risulta sostanzialmente stabile, con un lieve incremento dello 0.2%, per un totale di circa 62 mila imprese attive.

I settori di riferimento del nostro sistema produttivo si confermano essere quello del commercio sia al dettaglio che all’ingrosso con un totale di quasi 15 mila aziende, seguito dal comparto costruzioni con quasi 12 mila e a completare il podio il comparto manifatturiero classico con 9 mila attività produttive.
Più staccati altri settori, ma comunque significativi per il sistema Varese come le attività di servizio di alloggio e ristorazione, attività immobiliari e i servizi.

La radiografia del mondo produttivo varesino compiuta dalla Camera di Commercio milanese evidenzia poi che il 10.3% delle imprese della provincia di Varese è guidato da un imprenditore straniero, mentre il 19.8% da una imprenditrice; il 9.4% invece a guidata da un giovane. Buone notizie per l’occupazione; rispetto al 2015, quest’anno c’è stato un incremento del numero di addetti pari allo 0.9%, ovvero 1.754 unità.
Del ruolo delle regioni europee come motore di crescita ha parlato in settimana, durante un convegno a Milano, il presidente di Confindustria Lombardia Alberto Ribolla, ex presidente di Univa e imprenditore varesino. L’associazione degli industriali lombardi ha una chiara strategia europeista all’interno del Piano strategico #Lombardia2030.
«Forte della sua posizione di regione leader in Europa, è arrivato il momento per la Lombardia di promuovere una nuova linea, quella delle sinergie tra Fondi per lo sviluppo regionali, nazionali ed europei; per fare questo c’è bisogno di più sinergia tra pubblico e privato» ha detto Ribolla.