Finmeccanica, Moretti taglia Nel mirino parenti, auto e costi

Ci sono parenti, coniugi e affini che lavorano in aziende del Gruppo Finmeccanica?

La domanda è rivolta a tutti i dirigenti delle aziende del Gruppo, posta dall’amministratore delegato Mauro Moretti in persona. Ma, nel giro di una settimana, ecco arrivare un’altra lettera a dirigenti e quadri perché comunichino, sotto la propria responsabilità, che non ci siano parenti, coniugi e affini anche nelle aziende fornitrici delle grandi di Finmeccanica.

La spending review dell’ad Moretti è lanciata. E passa anche dalla restituzione delle automobili in dotazione ai manager per poter essere sostituite con macchine di cilindrata inferiore.

Inoltre razionalizzazione anche sui costi di trasferta, onde evitare che si “gonfino” o si effettuino spese non previste, a questo punto non più possibili.

È un giro di vite quello messo in atto da Moretti. Una svolta epocale? «Ce lo auguriamo. Se l’obiettivo è un sistema più etico, lo condividiamo e lo appoggiamo», commentano Paolo Carini, segretario Fim Cisl Varese e Graziano Resteghini, coordinatore Fim Cisl Alenia Aermacchi.

«Moretti sembra partire con il piede giusto. Speriamo non si tratti di un’operazione soltanto di facciata, ma sia finalizzata a un processo di “moralizzazione”, trasparenza e al ricondurre il fare impresa a un valore etico. Anzi, bisognerebbe ampliare l’operazione anche alla commistione con la politica».

Il cambio di marcia per le aziende a capitale pubblico sembrerebbe innescato. Sacrifici a partire dall’alto, basta favoritismi a parenti e amici per assunzioni fin troppo facili e un concentramento delle aziende al cento per cento di Finmeccanica (Selex, Alenia Aermacchi, AgustaWestland, Wass e Oto Melara) che diventeranno divisioni dello stesso Gruppo, così da tagliare anche i singoli consigli di amministrazione e avere ulteriori risparmi.

Significherà meno autonomia per le singole aziende e uno scollamento dei sistemi produttivi dai loro territori? «Niente affatto», analizzano Carini e Resteghini. «La vicinanza dei cda al territorio ha favorito soltanto le poltrone. Non è stata la presenza di un politico varesino nel consiglio di amministrazione di Finmeccanica ad aver influito in qualche modo sulla produttività delle eccellenze presenti in questa provincia».

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