Il gigante che fa nascere il vetro Sei piani di tecnologia a Origgio

Uno dei più grandi e avanzati impianti di riciclo del vetro d’Europa, con una capacità di trattamento di 300 mila tonnellate di materiale all’anno.

È stato inaugurato ieri pomeriggio ad Origgio, il nuovo gigantesco impianto, tecnologicamente avanzato, di proprietà della Eurovetro srl, azienda varesina attiva da oltre 60 anni nel settore del riciclo del vetro.

Si tratta di una torre di sei piani, alta 26 metri, con un’architettura di macchinari di nuova generazione e con particolari soluzioni ingegneristiche ed avanzate tecnologie, che lo rendono uno degli impianti tecnologicamente più evoluti presenti in Europa.

L’impianto permette di garantire non solo la quantità del vetro in uscita ma anche la qualità del prodotto, con parametri tecnici allineati ai più stringenti capitolati internazionali. Il nuovo stabilimento consentirà non solo la lavorazione a cascata del vetro grezzo proveniente dalla raccolta differenziata ma anche la selezione del vetro per colore.

L’azienda varesina vanta clienti di prestigio, che acquistano il vetro recuperato, del calibro di O-I Manufacturing, Saint Gobain, Gruppo Bormioli, Vetrobalsamo e Vidrala Italia.

Grazie al nuovo impianto, l’industria vetraria, alla quale è rivolto il prodotto recuperato dallo stabilimento, potrà riciclarlo per la creazione di nuovi manufatti in vetro, in particolare imballaggi, con la garanzia di altissimi standard di qualità. Senza contare che i produttori di scarti vetrari e gli enti pubblici che effettuano la raccolta differenziata troveranno uno sbocco efficace anche per le grandi quantità.

Investimenti nell’innovazione tecnologica e nella sostenibilità ambientale sono le parole d’ordine in casa Eurovetro.

«La nostra azienda, nata oltre 60 anni fa, è stata l’antesignana dell’economia green – sottolinea Pierluigi Galli, amministratore unico – Oggi i presupposti, i mercati e la tecnologia disponibile sono differenti, ma il principio di base resta il medesimo: creare energia e materia da ciò che la collettività consuma».

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