Il grande caldo colpisce i nostri laghi e le coltivazioni

La temperatura superiore alla media stagionale sta mettendo a rischio l’agricoltura

Il caldo non accenna a diminuire e anche l’economia agricola ne risente. Non piove da molto tempo e la mancanza dell’acqua si fa sentire non solo nelle coltivazioni, anche i laghi varesini hanno sete, con tutte le conseguenze del caso.

A lanciare l’allarme è la Coldiretti provinciale, i cui tecnici sono impegnati in queste ore nel monitoraggio del livello delle acque dei più grandi bacini della provincia: il lago di Varese, che è in discesa costante nelle ultime settimane ed è arrivato a -19 centimetri sotto lo zero idrometrico, mentre il Lago Maggiore, che è pieno solo per il 25% della sua capacità, è arrivato in queste ore ad un’altezza idrometrica di -1,2 centimetri contro i +53,2 centimetri della media. Livelli preoccupanti che raccontano di un’estate rovente: «I nostri laghi – commenta Fernando Fiori, presidente di Coldiretti Varese – sono lo specchio del clima siccitoso che la nostra provincia sta affrontando negli ultimi mesi. L’allarme, ovviamente, è diffuso su tutto il territorio italiano, dove temperature massime sono risultate superiori di 3,9 gradi la media, mentre le precipitazioni sono risultate in calo del 62,3% con una crisi idrica di portata storica a livello nazionale».

Tutta colpa della scarsità di precipitazioni, continua l’associazione degli agricoltori. Basta pensare che solo a luglio, le piogge nel Varesotto hanno fatto segnare un -45% rispetto alla media climatica, mentre a giugno un -39,4%. Ma il caldo non accenna a diminuire e le nuvole all’orizzonte non si vedono: la situazione del mese di agosto non è di certo migliore, visto che la prima e la seconda decade del mese hanno fatto registrare, rispettivamente, il 75,6% e 45,7%

di precipitazioni in meno rispetto la media. E ovviamente tutto questo si ripercuote anche sull’agricoltura: «Le bolle di caldo africano e la rarefazione degli eventi piovosi sono stati il marchio di fabbrica dell’estate 2017 – aggiunge Fiori -. Un’estate, e più in generale un anno, che ha portato non pochi problemi ai raccolti e alle produzioni dei prodotti locali, come miele, latte, ortaggi, verdure e mais. Gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti. Ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio e la competitività dell’intero settore alimentare».

L’allarme siccità aveva preoccupato nei giorni scorsi anche gli apicoltori: alveari bollenti e fiori secchi, hanno dato l’addio al 70% del miele di quest’anno. Un dato che emerge da un monitoraggio della Coldiretti provinciale sui più di 21mila alveari presenti sul nostro territorio. Tutta colpa del gelo prima e del caldo africano poi, spiega Raffaello Betti, direttore di Coldiretti Varese.

«L’andamento climatico di quest’anno è stato inclemente con i nostri apicoltori. Il ritorno di freddo mentre la robinia pseudoacacia fioriva, in primavera, ne ha ridotto le produzioni dell’80%, il maltempo, arrivato successivamente, ha costretto le api a rimanere nelle arnie, e infine il caldo africano di queste ultime settimane ha mandato in sofferenza le piante con effetti sulla produzione dei nettari. Così, del famoso Miele Varesino, quest’anno, se ne farà davvero poco, con un danno enorme per un’eccellenza del territorio che rappresenta una delle 5 varietà miele Dop italiane».