Il referendum non passa e il reddito base resta un sogno

Oltreconfine - Niente da fare per i 2.250 euro agli adulti e i 560 per gli under 18. Previsioni rispettate

Bocciato il referendum sul reddito minimo per tutti: gli svizzeri, con una percentuale di circa il 78%, hanno detto no all’introduzione del “Reddito di base incondizionato”. La proposta, promossa da un gruppo indipendente, è stata infatti respinta dalla maggioranza dei cantoni della Confederazione, scrive l’agenzia di stampa svizzera. Per essere approvata la proposta avrebbe dovuto essere approvata da una doppia maggioranza: quella dei cantoni e dei votanti.

Già secondo i sondaggi, l’iniziativa lanciata dal proprietario del Caffè Basilea e i suoi alleati aveva scarse possibilità di passare, nonostante il grande interesse dell’opinione pubblica sulla questione. L’iniziativa popolare chiedeva alla Confederazione di istituire un reddito di base incondizionato affinché – si legge nel testo della proposta – «tutta la popolazione possa condurre un’esistenza dignitosa e partecipare alla vita pubblica, anche senza esercitare un’attività lucrativa».

La proposta prevedeva un reddito mensile, dalla nascita alla morte, di 2.500 franchi elvetici (circa 2.250 euro) per gli adulti e di 625 franchi (560 euro) per i minorenni, a sostegno della dignità umana e del servizio pubblico. Per i promotori, infatti, che in Svizzera si perdono sempre più posti di lavoro a causa dell’automazione dei diversi settori produttivi. Non solo: sempre secondo i promotori, una percentuale significativa di persone svolge un lavoro non riconosciuto e non pagato,

come la cura dei bambini o di parenti malati o anziani. Nel 2014 il popolo della Confederazione aveva già bocciato la proposta di un salario minimo, che – giusto per avere un’idea delle differenze di potere d’acquisto tra l’euro e il franco svizzero – sarebbe stato superiore ai tremila euro al mese. Oltre al reddito di base incondizionato, erano altri quattro i temi federali in votazione: l’iniziativa “A favore del servizio pubblico” e l’iniziativa “Per un equo finanziamento dei trasporti”. Gli altri due oggetti federali sono la modifica della legge sulla medicina della procreazione (Lpam) e la modifica della legge sull’asilo (Lasi).

Nessuna possibilità per l’iniziativa sul servizio pubblico: la proposta di modifica costituzionale è stata respinta dal 67,6% della popolazione e da tutti i cantoni. Chiaro “no” anche all’iniziativa “Per un equo finanziamento dei trasporti”, detta anche della “vacca da mungere”: i voti contrari sono stati pari al 70,8% e nessun cantone si è espresso a favore. Gli svizzeri hanno detto per la seconda volta “sì” alla diagnosi preimpianto (Dpi) sugli embrioni in vitro: la maggioranza del popolo (62,4%) e dei Cantoni – solo tre contrari – hanno infatti accolto la modifica della Legge sulla medicina della procreazione (Lpam) che autorizza l’esecuzione di questo tipo di esame nel caso di coppie portatrici di gravi malattie ereditarie o che non possono avere figli in modo naturale. La nuova legge sull’asilo è stata ufficialmente approvata. A favore si è espresso il 66,8% degli aventi diritto di voto.