Il sogno costato nove miliardi Se Malpensa va giù, paghiamo noi

Hub, quanto ci sei costato: nove miliardi di euro in fumo per un’opera che rischia di essere declassata e depotenziata?

A quindici anni e mezzo dalla sua inaugurazione, l’aeroporto intercontinentale di Malpensa sta vivendo uno dei suoi momenti peggiori: è il momento di fare i conti e vedere quanto rischiamo di aver speso inutilmente, se si tornerà a potenziare Linate relegando Malpensa a scalo cargo.

L’avvio dell’infrastruttura, la cui prima pietra fu posata il 19 novembre 1990, è costato complessivamente circa duemila miliardi delle vecchie lire, poco più di un miliardo di euro al cambio attuale, comprensivi della realizzazione della terza corsia della A8 tra Lainate e Busto Arsizio e dei 95 miliardi di lire spesi a ridosso di Italia ’90 per la riqualificazione della superstrada 336 (che fino ad allora aveva ancora gli incroci a raso).

La ferrovia del Malpensa Express è costata 672 miliardi di lire (340 milioni di euro), mentre il tunnel di Castellanza per l’interramento e il raddoppio dei binari di un tratto di linea delle Nord costò da solo 280 miliardi di lire, circa 140 milioni di euro. Poi è arrivata la Malpensa-Boffalora, il prolungamento della superstrada verso Torino, costato 164 milioni di euro e inaugurato nel 2008. Per le delocalizzazioni nei comuni del sedime, la Regione Lombardia ha già speso più di 170 milioni.

In questi quindici anni anche Sea, la società di gestione il cui azionista di maggioranza è il Comune di Milano, ha messo in campo risorse importanti: l’investimento più grande è stato il terzo satellite, aperto un anno fa e in grado di portare la capacità dello scalo a 30 milioni di passeggeri.

È costato 300 milioni di euro ma quella quota di passeggeri sembra ormai un’utopia. Per il futuro la società prevedeva altri 437 milioni di investimenti, terza pista inclusa: che ne sarà ora?

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