Le applicazioni del futuro premiate a Gallarate

Samsung e ValoreBF, che hanno lanciato il contest, sorprese dalla qualità dei partecipanti

Super Apps Award, la lezione del contest di ValoreBF e Samsung per gli studenti dell’Università Bicocca: «Bisogna credere nei giovani». Il vincitore è uno solo, Stefano Scotti, ma tutte le app ideate sono state giudicate degne di nota e anche di immediata applicazione.

«E voi sareste i bamboccioni?» la domanda del padrone di casa Fabio Bernardini, fondatore di ValoreBF, società attiva da più di trent’anni nel settore della tecnologia delle imprese, al termine delle presentazioni dei tre progetti finalisti del concorso “Super Apps Award”. «Quel che ho visto oggi, una professionalità molto alta e un’applicabilità delle idee al mondo del lavoro quotidiano, mi ha commosso».

Il contest, nato dopo l’incontro dello scorso aprile tra Valore Bf e il suo partner Samsung con gli studenti dell’università Bicocca, prevedeva che i partecipanti proponessero idee di app legate al mondo delle multifunzioni Samsung. I tre finalisti hanno avuto la possibilità di presentare il loro progetto di fronte alla giuria, ieri nella nuova sede di Valore Bf in viale dell’Unione Europea, nella zona industriale di Sciarè. Erika Bonassoli, di Saronno, ha ideato la app “Smart Vote”, per informatizzare il processo di votazione, pur mantenendolo in parte cartaceo. Simone Barcellari di Melegnano e Grazia Gravagna di Monza hanno progettato una app vocale integrata nell’intranet aziendale per l’uso degli strumenti tecnologici.

Infine Stefano Scotti, di Agrate Brianza, ha una app per mettere in relazione in maniera veloce e diretta le imprese che usano lo stesso apparecchio multifunzione. È stata quest’ultima la app che ha vinto il concorso: per l’ideatore un assegno da mille euro, consegnato alla presenza del sindaco di Gallarate Andrea Cassani, dell’assessore alle attività produttive Claudia Mazzetti e del consigliere comunale di Busto Arsizio (città di origine di Valore Bf) Livio Pinciroli. «Ma hanno vinto tutti» ripete più volte Emanuele Cavallari, responsabile delle risorse umane di Valore Bf. «Di fronte a giovani così validi che escono dalle nostre università, le imprese dovrebbero porsi qualche domanda. È un momento difficile, ma con questi giovani c’è speranza di fare business».

«Anch’io – aggiunge Andrea Spinelli di Samsung – sono rimasto positivamente impressionato da tutti i progetti, accomunati da una caratteristica che nella nostra azienda apprezziamo particolarmente, la passione. Questa è la dimostrazione di come i ragazzi italiani che escono dalle nostre università abbiano grande qualità: è colpa nostra se vanno a lavorare all’estero, e dobbiamo fare di più per trattenerli». Come? Fabio Bernardini, che ha attrezzato la nuova sede di Gallarate per 130 dipendenti in base ai principi dello “smart working” (senza postazioni fisse), un’idea ce l’ha: «Sono le aziende come la nostra che dovrebbero fare da “tutor” a questi giovani, consentendo loro di accedere al credito e a un portafoglio clienti consolidato in cambio delle loro idee vincenti, per evitare che debbano mettere in piedi start-up che solo nel 5% dei casi durano più di 12 mesi».