Lo chef di Orino dà più gusto alla Cina. E l’export del cibo fa bene all’economia

Sono 123 i ristoranti che hanno conquistato il mondo con il “made in Lombardia”. Tra loro Marco Barbieri, che ha sfondato a Shanghai e sull’Italian Quality Experience

– Sono 123 i ristoranti italiani, tra singole attività o catene, che all’estero offrono cucina regionale di tradizione o ispirazione lombarda e tra queste ce n’è anche una varesina, che anch’essa ha ottenuto la certificazione delle Camere di Commercio sul portale Italian Quality Experience, promosso dall’ente camerale di Milano insieme a Unioncamere.
Un aspetto quello della ristorazione italiana all’estero magari sottovalutata, ma che è in realtà un ottimo veicolo per promuovere tutte le eccellenze del nostro Paese in tutto il mondo, trascinando di conseguenza anche gli altri settori dell’economia.

Alla piattaforma online, tradotta in tre lingue, le imprese possono aderire gratuitamente; la certificazione avviene sulla base della qualità degli ingredienti utilizzati, autenticità delle ricette, qualità del servizio ed accoglienza.
Tra le eccellenze italiane e lombarde che hanno conquistato l’estero c’è anche lo chef Marco Barbieri, originario di Orino ma ormai da vent’anni in Cina.
A Shanghai, il suo brand “Da Marco” è sinonimo di made in Italy, genuinità e qualità dei cibi.

Dopo le prime esperienze di lavoro in Italia e anche in Svizzera, Barbieri nel 1995 è sbarcato in Cina e non è più ripartito; nel 1999 lo chef di Orino apre il suo primo ristorante italiano con la moglie.
Da quando ha iniziato il suo business in Cina, Barbieri ha aperto sinora quattro ristoranti, anche nei distretti finanziari della zona, più un’azienda che vende cibi surgelati, in particolare sughi, pizze e lasagne.
La clientela è italiana, europea e cinese; lo chef varesino è uno dei personaggi più popolari di Shanghai ed è diventato una sorta di ambasciatore del made in Italy in Cina.

Da Marco si può gustare la vera cucina italiana a prezzi assolutamente accessibili; il prezzo della cena difficilmente supera i 30 euro a persona.
Nel menù del ristoratore di Orino si possono trovare i piatti della tradizione italiana come l’impepata di cozze, la bufala campana, il carpaccio di manzo con scaglie di grana, tagliolini cacio e pepe, linguine al pesto, senza dimenticare il piatto forte che sono i secondi di carne, con ovviamente, nella parte del leone, l’ossobuco con risotto e i dolci.
A completare l’offerta per la clientela, compresi tanti uomini d’affari di Shanghai, una carta dei vini con 170 etichette, rigorosamente made in Italy. Da Barbieri che è stato nominato anche cavaliere del lavoro, si è fermato a mangiare anche l’ex premier italiano Romano Prodi, oltre ad altri vip.
«Io amo la cucina tradizionale della mamma – ama ripetere lo chef di Orino – ambiente e ingredienti sono curati come in una casa italiana».
Il food e tutto quello che ruota attorno a questo settore strategico, possono fare da traino ai prodotti nostrani all’estero.
Sul portale web della Camera di Commercio si possono trovare non solo i ristoranti di qualità, ma anche tutte le aziende d’eccellenza del comparto del food, che hanno ottenuto la certificazione dall’ente camerale; anche in questo elenco non mancano imprese della provincia di Varese, tra aziende agricole, produttori di formaggi e altri alimenti, che vengono venduti anche sui mercati esteri.

«La qualità degli ingredienti è alla base della buona cucina italiana – sottolinea Giovanni Benedetti, direttore di Coldiretti Lombardia – i ristoranti che all’estero utilizzano ingredienti genuini della tradizione agroalimentare italiana e lombarda diventano promotori di un marketing diffuso che fa bene all’economia del nostro territorio e alla conoscenza del vero made in Italy».