Lo Scoiattolo corre con i suoi ventenni «È fondamentale fare comunità»

A tu per tu con Alice Galli, Max e Matteo Di Caro: «Solo in Italia i giovani suscitano diffidenza. La parola qualità è inflazionata, serve sincerità.»

– Alice Galli ha i lineamenti fini di un’attrice d’altri tempi. Se fosse vissuta negli anni Sessanta sarebbe potuta essere la musa perfetta per qualche regista della nouvelle vague, magari quella di Éric Rohmer, che l’avrebbe scelta volentieri per interpretare uno dei suoi racconti morali, film in cui i sentimenti sono scandagliati nel profondo sotto un’attenta lente psico-filosofica.
Ma Alice Galli non è attrice e neppure si sogna di fare la modella perché, dopo essersi laureata in filosofia con una tesi su Freud, è adesso troppo impegnata nel mandare avanti l’ufficio marketing di un’azienda di successo com’è il pastificio lo Scoiattolo di Lonate Ceppino.
Per la verità è la vice di Massimiliano Di Caro, il responsabile delle strategie di mercato di un’impresa familiare e soprattutto giovane perché se Alice ha 25 anni, il suo diretto superiore ne ha 28.

«E che cosa c’è di strano? – ribatte lei, indicando termini di paragone che si affacciano ben al di là dei confini nazionali – I manager del nord Europa non si spaventano se si trovano come interlocutori dei giovani, già inseriti in ruoli di responsabilità. All’estero accade che affari di milioni vengano gestiti da chi ha meno di trent’anni e ho conosciuto degli imprenditori miei coetanei che sono esemplari punti di riferimento umani e lavorativi.

Creare una salda catena di rapporti con loro è fonte di arricchimento individuale e soprattutto per la nostra impresa».
Proprio in questi giorni è salito a Oslo, in Norvegia, Matteo Di Caro, altro ragazzo d’oro del pastificio “Lo Scoiattolo” che è il fidanzato di Alice. Lei però non è una raccomandata e lo si capisce vedendola lavorare. Del resto, la carriera nell’azienda di Lonate Ceppino non era nei suoi piani: «Dopo la maturità al liceo psico socio pedagogico mi sono iscritta a Filosofia, facoltà ricca di prospettive perché si occupa di sapere e conoscenza, della storia del pensiero e di quella dell’uomo. Il filosofo che più mi ha segnato è Baruch Spinoza, uno dei massimi esponenti del razionalismo. La studio della sua Etica mi ha appassionato e l’ho approfondito volentieri. Sosteneva che tutto ciò che accade è necessario e ho potuto rendermene conto proprio allo Scoiattolo».

Alice era entrata in ditta per dare una mano al fidanzato Matteo: «Aiutavo stando alla reception e poi, un bel giorno, in occasione di una festa di Natale, è toccato a me ringraziare la proprietaria di un ristorante con cui avevamo collaborato. La cosa non era in programma e ho parlato a braccio. Le mie parole sono piaciute all’amministratore delegato Lino Di Caro che mi ha chiesto se volessi far parte della squadra che stava allestendo per curare la comunicazione della ditta. Fra l’altro quei miei ringraziamenti sono diventati delle mini storie che poi sono state stampate sui pacchi natalizi dei nostri prodotti. E pensare che avrei voluto fare tutt’altro, magari la consulente filosofica ma devo ammettere che nel nostro ufficio marketing ho trovato tanti stimoli: affronto la realtà ricordandomi bene che cosa mi hanno lasciato dentro i miei studi e ho anche un ruolo di mediazione».
Il responsabile marketing è Massimiliano Di Caro che Alice aveva conosciuto da ragazzina: «Ci confrontavamo sulle tematiche della vita e parlavamo del mondo del lavoro con cui lui cominciava già ad approcciare». Max studiava Scienze della Comunicazione all’Insubria e Alice lo aveva aiutato a preparare alcuni esami di filosofia ma quello che occorre notare è che i loro discorsi erano scevri di frivolezze ma sempre orientati a temi costruttivi.
Una ragazza e un ragazzo senza grilli per la testa che hanno trovato subito l’intesa giusta: «Il feeling lavorativo è scattato immediatamente e insieme abbiamo potuto scardinare il vecchio modello invalso negli anni Ottanta quando le strategie di mercato e comunicazione erano in mano di una sola persona».

La forza del gruppo porta grandi risultati e permette all’azienda di crescere. Nel caso de “Lo Scoiattolo” le colonne stanno diventando le nuove generazioni e il fratello di Massimiliano, Matteo, si occupa del mercato estero.
È il fidanzato di Alice: «Matteo era iscritto a Lingue in Cattolica ma studiare a tempo pieno senza poter dare il suo contributo all’impresa di famiglia lo rendeva triste. Da quando è lui ad occuparsi dell’export c’è stato un deciso cambio di marcia».
Alice, Matteo e Massimiliano hanno trascorso un lungo periodo negli Stati Uniti per curare gli interessi del pastificio: «Siamo stati – raccolta Galli – un mese e mezzo a New York per studiare da vicino il mercato americano e vederlo giorno per giorno con i nostri occhi. Negli Usa non si fa la spesa una volta alla settimana ma quotidianamente. C’è però poca cultura sul cibo perché si seguono le mode alimentari e imperversano i piatti pronti, fatti per essere consumati in fretta. Abbiamo dovuto interrompere i rapporti con alcuni importatori americani perché non ci convincevano le loro strategie».
Del resto “Lo Scoiattolo” tende a fare tutto in casa. E questa è una delle prime garanzie sull’eccellenze dei suoi prodotti: «La passione per gli ingredienti è fondamentale per la nostra filosofia – continua a spiegare Alice – La parola qualità è oggi troppo inflazionata ma per noi è davvero una bandiera. Facciamo arrivare direttamente nel nostro stabilimento le migliori materie prime, come il Parmigiano Reggiano che possiamo così certificare al cento per cento, grammo per grammo. Diffidiamo sempre dalle mode e proponiamo modelli alternativi ma sensati: adesso stiamo cercando di far arrivare ai giovani il messaggio che la nostra pasta può essere cucinata direttamente in padella con un bicchiere d’acqua, una noce di burro e un pizzico di sale. Non puntiamo dunque solo all’eccellenza dei nostri prodotti ma anche a renderli comodi e pratici per il nostro utente finale».
Alice Galli, i fratelli Di Caro e Valentina, la cugina che si occupa della parte amministrativa e che è un cardine dell’azienda, erano giovanissimi nel 2008, quando la crisi economica ha preso il sopravvento: «L’abbiamo vissuta – dice Alice – anche noi, soprattutto tre anni fa. Ma ora si respira aria di ripresa.
Lo capiamo dalle assunzioni, dalle tante opportunità che “Lo Scoiattolo” offre a moltissimi ragazzi a cui propone contratti a tempo indeterminato. Adesso sono possibili nuovi investimenti per incrementare la nostra crescita».

Ma per prendere il largo è fondamentale fare comunità: «È la via – conclude Alice – che stiamo cercando di percorrere. I rapporti con le imprese vicine creano la rete e permettono di abbassare costi che altrimenti sarebbero insostenibili. I nostri eventi sono mirati a mettere in contatto fra di loro i nostri partner per ampliare il più possibile il nostro raggio d’azione aziendale».
Insomma, proprio come avevamo scritto sulla prima pagina di ieri, è per mezzo del cibo che si costruisce la comunità.