«Noi, imprese trattate da bancomat»

Una norma alla settimana per sei anni in tema di fisco. Ma restano i soliti nodi da sciogliere per le pmi. Galli (Confartigianato): «Per poter lavorare chiediamo semplificazione e meno regole che ingessano»

– «In tema di Fisco, negli ultimi sei anni, si è fatta una norma alla settimana». Il dato, paradossale, lo denuncia Davide Galli, presidente di Confartigianato Imprese Varese. E le cose, con il governo Renzi, non sono cambiate.
«Si è persa anche questa volta un’occasione per il riordino di un sistema tributario basato su un rapporto diretto e costruttivo tra i contribuenti e lo Stato e, soprattutto, per ridurre la pressione fiscale sugli imprenditori orientando il sistema alla crescita».

Insomma, «alla fiscalità esagerata e ormai insopportabile, si abbina un’assurda complessità».
Gli artigiani la data se la sono appuntata: era il 18 febbraio dello scorso anno e il governo prometteva un «taglio certo e duraturo della pressione fiscale» e una dura lotta alla burocrazia. Oggi, a quasi un anno e mezzo da quelle promesse, gli esperti dell’associazione certificano che la pressione fiscale italiana rimane la più elevata dell’Eurozona, con un divario che vale oltre 29 miliardi di euro e uno “spread fiscale” di 476 euro per abitante.

Su 752 norme emanate fra l’inizio della scorsa legislatura e il 31 dicembre 2014, ben 468 hanno complicato la vita di imprese e cittadini, al ritmo di una ogni 6,6 giorni.
«Una corsa a ostacoli a cui la delega fiscale assunta dal governo, non sembra aver dato rimedio», denunciano a livello nazionale gli esperti dell’associazione, che stimano che per rendere applicativi tutti i principi contenuti nella delega fiscale servirebbero almeno 20 decreti legislativi rispetto agli 11 già varati dal governo, o che sono in preparazione.
Un situazione che, scaduta la delega, evidenzia come i provvedimenti per le pmi sono insufficienti, con un grado di attuazione del 47,9%, contro il 53,1% per l’intera economia.
Galli, restio per sua natura al lamento fine a se stesso e incline alla proposta, ricorda quali siano le richieste per le imprese che sono rimaste del tutto aperte: dal riordino degli adempimenti e dei regimi fiscali alla riforma del catasto dei fabbricati. Passando per la semplificazione degli obblighi contabili e dichiarativi, per arrivare alla razionalizzazione del reddito d’impresa e dell’Irap.

«Nulla da fare», dice però il presidente: «Le piccole imprese sono il vero bancomat di questo Governo che sembra non voglia guardare con attenzione alla piccola imprenditoria. Condizioni migliori per poter lavorare: è questo che chiedono le imprese. E per lavorare meglio, si deve semplificare. Eliminare quell’eccesso di regole che ingessano e che ci rendono sempre meno competitivi rispetto a tutto il resto dell’Europa».
«Agire contemporaneamente su pressione fiscale e sburocratizzazione», continua Galli, «porterebbe vantaggi indiscutibili, a partire dalla riduzione dei costi di gestione degli adempimenti a carico delle imprese. Perché un’impresa liberata dai tanti vincoli è più veloce, efficiente, competitiva».
«Per le piccole imprese, il risparmio – di tempo e quindi di denaro – è un’esigenza che deve essere soddisfatta anche attraverso una politica industriale su misura», conclude la guida della Confartigianato varesina: «Non si può pensare, soprattutto oggi di fronte a un mercato che cambia e che pretende aziende sempre più dinamiche, che le imprese siano tutte uguali. Anche gli adempimenti devono essere correlati alla loro dimensione, perché ciò che va bene ad alcune non va bene ad altre».