Oggi il lavoro si trova (anche) così

La crisi ha messo in evidenza nuovi bisogni professionali: ecco quali sono i settori più “caldi”

I paradigmi dell’economia sono cambiati: la crisi ha messo in evidenza nuovi bisogni professionali e la domanda di lavoro è cambiata, non solo in termini quantitativi, ma anche in termini qualitativi. Certamente la crisi occupazionale in questi ultimi anni è stata forte ma oggi qualcosa sembra muoversi. Secondo uno studio di Unioncamere Lombardia, in collaborazione con Assolombarda e Regione Lombardia, nella nostra regione nel periodo 2017-2021 è previsto un fabbisogno di circa 567.800 lavoratori (113.600 in media all’anno), di cui 355.100 dipendenti privati, 169.400 indipendenti e 43.300 dipendenti pubblici.

Vediamo quali saranno i settori più alla ricerca di personale nei prossimi anni: nell’industria le maggiori opportunità saranno nelle public utilities, nelle “altre industrie manifatturiere” e nella metalmeccanica-elettronica; nei servizi la sanità-assistenza, saranno alla ricerca di personale le attività professionali, i servizi di alloggio e ristorazione e i servizi di supporto alle imprese e alle persone.

Tra le professioni dirigenziali e specialistiche, il tasso di fabbisogno è atteso particolarmente elevato per gli specialisti in scienze sociali, per gli ingegneri, progettisti elettronici e industriali e specialisti della salute, ovvero ricercatori clinici, medici, operatori di laboratorio clinico. Nel gruppo delle professioni tecniche, la crescita più sostenuta del fabbisogno dovrebbe interessare i tecnici di apparecchiature ottiche, medicali e audio-video, i tecnici dei mercati, nonché le professioni tecniche della salute. Tra gli impiegati e le professioni qualificate commerciali e dei servizi emergono per maggiore dinamicità insieme alle professioni dei servizi personali e gli impiegati addetti agli sportelli. Le professioni più dinamiche tra gli artigiani e gli operai specializzati sono gli artigiani e gli operai specializzati nell’installazione e manutenzione di attrezzature elettriche e elettroniche, nonché i tornitori, costruttori meccanici, addetti attrezzaggio macchine utensili, fabbri ferrai e figure simili

Dal punto di vista delle professioni e della formazione, invece, la composizione del fabbisogno complessivo segnala una prevalenza delle professioni high skill (42% del fabbisogno totale nel 2021), mentre la richiesta di professioni intermedie e low skill (operai e personale non qualificato) sarà, per ciascuna delle due componenti, pari al 29% del totale. Per i livelli di istruzione, nel 2021 i laureati e i diplomati dovrebbero rappresentare il 65% del fabbisogno totale, quota in crescita in confronto al 62% del 2017.

I laureati, nella variazione percentuale delle quote di fabbisogno annuale tra il 2017 e il 2021, dovrebbero presentare un tasso medio di fabbisogno del 3,5%. Tra di essi, si rilevano tassi superiori alla media per l’indirizzo insegnamento (che sfiora il 6%), l’indirizzo economico-statistico, quello sanitario e paramedico, quello di ingegneria e il chimico-farmaceutico. Per i diplomati, a fronte di un tasso di fabbisogno di poco superiore al 2%, si registrano valori molto più elevati per l’indirizzo socio-sanitario (8%) e per l’indirizzo trasporti e logistica (5%). Valori meno eclatanti ma comunque superiori al 3% si segnalano anche per gli indirizzi turismo, grafica e comunicazione, meccanica e informatica e telecomunicazioni.