Il sindaco di Camerino in visita al JRC di Ispra: «Qui la speranza di un ricostruzione sicura che possa “salvare” il nostro centro storico». Accompagnato dall’eurodeputata varesina di Forza Italia Lara Comi, il sindaco Gianluca Pasqui candida Camerino a «laboratorio permanente» per la ricostruzione post-sisma.
La “piccola Europa” di Ispra, il Centro Comune di Ricerche (Joint Research Centre) della Commissione Europea, una delle eccellenze del territorio varesino, diventa un segnale di speranza che Gianluca Pasqui, sindaco di Camerino, riporterà a casa, dopo la visita al laboratorio “antisismico” (Elsa, European Laboratory for Structural Assessment). Ad accompagnarlo gli europarlamentari di Forza Italia-Ppe Lara Comi e Salvatore Cicu. «Siamo qui con il sindaco di Camerino perché siamo convinti che questa eccellenza italiana possa dare risposte a sostegno di chi soffre – spiega Lara Comi – l’innovazione può aiutare le zone colpite dal terremoto e salvare tante vite».
Al laboratorio Elsa del Jrc, uno dei più grandi al mondo all’infuori del Giappone, in particolare si studiano gli effetti degli eventi tellurici su fabbricati e infrastrutture civili, fornendo dati scientifici per l’elaborazione degli standard europei per l’edilizia, con l’obiettivo di lungo periodo di realizzare nuovi edifici, o adattare quelli esistenti, con criteri antisismici. Qui c’è un “muro di reazione” per i test sismici che può simulare gli effetti di un terremoto su edifici fino a cinque piani.
Il punto su cui il sindaco Gianluca Pasqui ha cercato risposte ad Ispra è come ricostruire in una città con le caratteristiche murarie peculiari di Camerino, tenendo insieme l’esigenza di conservare la realtà storica del centro città con la protezione da futuri eventi sismici: «È stato un incontro molto significativo, che può rappresentare un punto di partenza per comprendere e un fattore essenziale per studiare la ricostruzione – le parole di Pasqui – io credo che Camerino debba essere un modello, un esempio, un laboratorio, una sorta di istituto permanente di studi. È vero che la nostra gente ha bisogno di tanto altro prima di iniziare una vera ricostruzione, ma se vogliamo guardare avanti al futuro dei nostri figli e nipoti, dobbiamo pensare ad una ricostruzione sicura. E per fare questo ci vuole l’aiuto della scienza».
L’Europa da questo punto di vista rappresenta una speranza per il futuro delle zone colpite dal sisma del Centro Italia: «Lo Stato Italiano deve rispondere con affermazione certa alla domanda su come rientrare in perfetta sicurezza nei centri storici, ma il centro di Ispra con la sua alta professionalità e capacità scientifica può dire la sua – ne è convinto Pasqui – l’Europa con le sue strutture come Ispra può dire non solo la sua, ma diventare un punto fermo da un punto di vista scientifico per portare valore aggiunto che può diventare parte essenziale per una ricostruzione sicura, che dovrà permettere ai nostri cittadini e alla nostra terra di continuare a godere di tante cose belle, storiche, artistiche e paesaggistiche, in perfetta sicurezza. Altrimenti vista la natura sismica delle zone, diventerebbe difficile anche solo poter continuare a vivere lì. Ma sarebbe un vero delitto».