Risiko banche: ecco perché ci riguarda

Il 2016 sarà l’anno della rivoluzione copernicana del credito. E i sindacati tengono gli occhi aperti. «Ai risparmiatori diciamo: state tranquilli». Il nodo è l’occupazione: «Professionalità e numeri»

– «Nel corso del 2016 il sistema bancario è probabile che subirà una profonda trasformazione e che avverrà in questo anno tutto ciò che non è successo negli ultimi cinquant’anni». Così descrive il complesso momento che sta vivendo l’intero sistema bancario in questi mesi, Alberto Broggi, segretario territoriale della First Cisl dei Laghi, che ieri ha affiancato Sergio Girgenti, segretario nazionale della First Cisl e Pierpaolo Merlini, segretario regionale First Cisl nel direttivo della sigla sindacale di categoria.

«Siamo arrivati al dunque – spiega Broggi – E ora, a seguito dell’annunciata riforma delle banche popolari, sono iniziate le danze». I tempi sono ora maturi e mesi di corteggiamenti, trattative e indiscrezioni sui possibili accorpamenti dei diversi gruppi per mettersi in regola con i requisiti richiesti dalla riforma, stanno portando ora alle prime concrete indiscrezioni. «Danno tutti per scontato – racconta Broggi – che il Banco Popolare potrebbe fondersi con la Banca Popolare di Milano e questa fusione riguarderebbe molto da vicino il nostro territorio data la forte presenza di queste banche». Una voce che anche i mercati danno già avanti nelle trattative. «Altra possibile voce sostiene che Ubi Banca, molto radicata sul nostro territorio, come ex Credito Varesino e banca popolare di Luino e Varese, potrebbe essere chiamata al salvataggio del Monte dei Paschi di Siena».

Un mondo in grande fermento, spiega il segretario territoriale «e lo vediamo anche dalla reazione dei mercati in questi giorni che registrano ogni movimento: i titoli borsistici sono sotto una tempesta speculativa che arriva anche dall’insoddisfazione derivante dall’incontro dei giorni scorsi del nostro ministro Padoan con gli esponenti della Bce sul tema delle bad bank che non ha ancora portato alla definizione di contorni chiari e a risposte soddisfacenti». Il riassetto del mondo bancario è

una partita che coinvolge moltissimi lavoratori, aggiunge Broggi «anche sul nostro territorio: ecco perché è importante tenere attentamente monitorata la situazione». Perché in ballo c’è anche tutta la partita del mondo del credito cooperativo: «In Lombardia parliamo di 42 banche diverse, per 830 sportelli e più di 6100 dipendenti, di cui una grossa fetta nel nostro territorio». Anche qui si parla di una riorganizzazione radicale del sistema del credito cooperativo: «Stanno pensando ad una holding centrale che sovrintende a tutte le unità: ciò porterebbe a chiare conseguenze, di perdita di potere decisionale locale e a livello di occupazione». Le preoccupazioni dunque in questo momento sono più d’una, sottolinea Broggi: «La prima è la necessità di tranquillizzare le famiglie che nelle banche in questione hanno i loro risparmi e con queste fusioni in atto si sentono spaventate, la seconda riguarda i lavoratori». La priorità «è quella di mantenere i livelli occupazionali, ma anche la salvaguardia delle professionalità».

Accorpamenti e sovrastrutture vogliono dire perdita di personale «ma anche perdita di centri direzionali e di delibera sul territorio, quindi minor capacità di vicinanza ai clienti, famiglie e imprese».
«Che la situazione fosse difficile e avesse bisogno di interventi strutturali forti noi lo diciamo da tempo – ribadisce Broggi – ed ora siamo alla resa dei conti e tutti i nodi di scelte sbagliate e di corto respiro stanno ora venendo al pettine». L’importante ora è che «il riassetto venga monitorato, per garantire risparmi e posti di lavoro».