Si produce di più e si vende bene L’export traina Varese. L’Italia no

Unioncamere traccia un bilancio nel segno dell’ottimismo. Fiacco il mercato interno. In crescita anche i fatturati di imprese e artigiani. Ribolla: «Ora una sferzata decisiva»

Buone notizie, anche per il sistema produttivo della provincia di Varese, dall’analisi congiunturale del terzo trimestre 2015, che ha riguardato un campione di 2.800 aziende lombarde del settore manifatturiero, suddivise tra imprese industriali e artigianali.

Secondo lo studio presentato ieri nella sede di Unioncamere a Milano, cresce la produzione rispetto al trimestre precedente e anche il dato tendenziale è positivo; bene anche gli ordini dall’estero, mentre l’unico dato negativo è quello degli ordini interni.

Risultano in crescita anche i fatturati e l’ottimismo degli imprenditori e degli artigiani. Per quanto riguarda il sistema Varese, la produzione industriale del periodo gennaio-settembre 2015 fa segnare un + 1.7% rispetto allo stesso periodo del 2014, superando la media regionale che è dell’1.3%; la nostra provincia si colloca così al quinto posto regionale, con un risultato nettamente migliore rispetto ad esempio a Milano, Brescia, Como e Bergamo.

Sì alla legge di Stabilità

Sul lato dell’occupazione, la ripresa è invece modesta; il tasso medio regionale sul monte ore di cassa integrazione è di 1.4, con Varese allo 0.7. «Siamo di fronte a una ritrovata solidità – ha commentato il varesino Alberto Ribolla, presidente di Confindustria Lombardia ed ex numero uno di Univa – tutti gli indicatori sono positivi con la sola eccezione degli ordini interni; è il momento giusto per dare la sferzata decisiva alla nostra economia».

Un passaggio chiave è quello della legge di Stabilità 2016 che in questi giorni inizia il suo iter parlamentare.

«Se l’impianto venisse confermato nel passaggio parlamentare – ha proseguito Ribolla – si tratta di un ottimo strumento; l’incentivo agli investimenti privati, l’abolizione dell’Imu sugli imbullonati, la proroga della decontribuzione per i nuovi assunti, la detassazione del salario di produttività, l’incentivo al welfare aziendale e la riduzione dell’Ires vanno nella direzione auspicata dalla imprese».

Guai però a rilassarsi, ha ammonito il leader regionale di Confindustria, perché i fattori su cui c’è ancora da lavorare permangono.

«Questo è il momento del coraggio – ha concluso Ribolla – da parte di tutti, per mettere in campo misure concrete, sfruttando il clima favorevole che stiamo vivendo anche grazie alla grande visibilità legata al successo di Expo». L’ex presidente di Univa ha indicato la strada da seguire. «Ci vogliono azione mirate per favorire l’internazionalizzazione, la crescita sostenibile e la digitalizzazione delle imprese» l’esortazione di Ribolla.

La Camera di Commercio di Varese ha compiuto degli approfondimenti sulla situazione economia del nostro territorio, attraverso un’indagine condotta su un campione di 320 imprese.

Il terzo trimestre di quest’anno ha fatto registrare un incoraggiante + 2.2% rispetto allo stesso periodo del 2014 «L’economia varesina sembra aver intrapreso la strada della ripresa» il commento da piazza Monte Grappa, che però mette in guardia dai rischi che possono derivare dalla crisi cinese e dalle difficoltà di Russia e Brasile. Segnali positivi arrivano anche dall’artigianato varesino, che ritorna con il segno positivo (+0.9%).

«La nostra impresa artigiana – sottolinea Renato Scapolan, presidente della Camera di Commercio di Varese – pur ancora alle prese con una congiuntura volatile, dimostra giorno dopo giorno di avere in sé quella forza e quella determinazione che sono l’antidoto migliore per affrontare le difficoltà quotidiane non ancora del tutto superate».

L’obiettivo è impennare

La conferma del clima positivo che si respira viene anche dalle aspettative degli imprenditori interpellati nell’indagine; quasi il 74% degli artigiani pensa a un miglioramento dei livelli produttivi per l’ultima parte dell’anno.

Una percentuale in crescita di ben nove punti rispetto al trimestre precedente; sensazioni positive che arrivano anche dal mondo industriale, dove la quota degli imprenditori che si aspettano una crescita o perlomeno la stabilità è dell’81%.

L’auspicio è che questi miglioramenti produttivi inneschino una spirale positiva sul mercato del lavoro; i dati cominciano ad essere confortanti, con 53.970 nuovi contratti registrati tra gennaio e giugno, l’8.1% in più dell’anno scorso.n