«Subiamo danni per la mancanza di cure adeguate al territorio»

Confagricoltura Varese pone l’accento sugli errori commessi in questi ultimi anni

Gli agricoltori lanciano l’allarme per il territorio. Segnalando, ancora una volta, le criticità che la categoria è costretta ad affrontare, a causa del maltempo, e senza che le istituzioni siano sempre pronte a fornire adeguate risposte.

«Siamo all’ennesima conta dei danni di una stagione non favorevole al settore primario – spiega l’associazione in un comunicato – gelate tardive siccità persistente ed ora il violento nubifragio che ha colpito il Varesotto lasciano pesanti conseguenze nei bilanci delle aziende agricole del territorio: miele, foraggi, cereali , colture vivaistiche, frutta e verdure contano i danni di una stagione pessima. Ma non è dei danni all’agricoltura – pure pesanti – che vuole parlare oggi Confagricoltura Varese, ma del rapporto tra il territorio e le persone che ci vivono.

A noi tutti oggi sembra di stare in un mondo virtuale fatto di connessioni internet, di bande larghe e di informazioni che girano sempre più velocemente: ci ricordiamo di avere i piedi piantati per terra solo in caso di calamità e di disastri».

Quindi la riflessione del presidente di Confagricoltura Varese Giacomo Brusa: «Oggi, pur di fronte ad eventi climatici sempre più estremi, paghiamo i danni della mancata gestione del territorio. È una fortuna che per l’ennesima volta siamo a contare solo danni alle cose: quando un albero cade su una strada , solo per fare un esempio, può veramente succedere di tutto».

E quindi occorre riflettere sulla mancanza di un’adeguata cura del verde pubblico e privato, anche per via della crisi economica di questi anni.

«Nello stato del verde pubblico – riferisce Angioletto Borri, vicepresidente di Confagricoltura Varese – scontiamo anni di appalti al massimo ribasso che hanno di fatto impedito alle amministrazioni di procedere a tutti quegli interventi strutturali necessari soprattutto in una città come Varese.

Quando cade una pianta su una strada, al di là dei danni, è una sconfitta per tutti: andava curata o tagliata prima, anche senza contare che intervenire in emergenza è sempre molto più costoso. Occorre una nuova politica del verde che valorizzi professionalità e capacità».

Note dolenti anche dal territorio extra urbano, riferisce Paolo Minonzio, allevatore di bovini ed orticoltore con vendita diretta a Bobbiate: «La mancata manutenzione dei cigli stradali, sia con riferimento alla piante pericolose che agli scoli delle acque, provoca i disagi alla circolazione stradale che tutti vediamo ma anche danni alle coltivazioni che subiamo solo noi agricoltori: non possiamo farcene carico direttamente. Occorre che gli Enti preposti alla viabilità ricomincino ad effettuare interventi puntuali e tempestivi, come accadeva anni fa. Occorre anche che si possa intervenire con la necessaria tempestività, cosa questa spesso ostacolata dalla stratificazione di competenze e dalla burocrazia che ci affligge tutti sempre di più. Non si può abbandonare ai privati frontisti la sicurezza della viabilità pubblica».

Conclude il presidente di Confagricoltura Varese: «Le aziende agricole e forestali del territorio sono un grande valore che può e deve essere utilizzato dalle pubbliche amministrazioni per svolgere quelle operazioni di ordinaria manutenzione che limiterebbero la conta dei danni che oggi stiamo facendo; le nostre imprese potrebbero operare con professionalità e tempestività a vantaggio della collettività ottenendo nel contempo una integrazione del reddito: gli strumenti normativi oggi ci sono. Una selezione delle aziende di manutenzione sulla base della loro professionalità, permetterebbe di avere verde pubblico e privato più bello e soprattutto più sicuro. Tutto questo non può avvenire da solo senza una adeguata sensibilizzazione delle amministrazioni e delle persone. C’è da augurarsi che eventi come questo contribuiscano a far capire che il verde, pubblico e privato, urbano o rurale, è un valore vero per tutti, che deve essere curato con professionalità ».