Whirlpool, la vittoria dei lavoratori «Non chiudiamo gli stabilimenti»

Fumata bianca al tavolo col governo: Carinaro salvo, respirano anche Teverola e None. Sindacati fieri: «Presa la direzione auspicata». L’ad Castiglioni: «Soluzioni possibili»

– Lo stabilimento Whirlpool di Carinaro non chiuderà. La notizia tanto attesa da lavoratori e sindacati è arrivata ieri sera al termine dell’incontro del tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico. Il macigno che pesava da due mesi sulla trattativa è stato rimosso, come chiesto a gran voce dai lavoratori di tutti i siti italiani della multinazionale, accorsi in massa venerdì scorso a Comerio, per partecipare alla manifestazione nazionale di tutti i dipendenti del gruppo e dai sindacati di categoria Fiom,

Fim e Uilm.
L’appuntamento a cui hanno partecipato anche il ministro dello Sviluppo Economico e il sottosegretario alle Politiche Sociali , rappresenta una «svolta nella trattativa», come sottolinea la stessa azienda in una nota, nella quale si confermano da parte di Whirlpool «possibili opportunità per una positiva risoluzione della vertenza».
La multinazionale americana conferma «la possibilità di assegnare una missione industriale specifica al sito campano i cui dettagli sono ancora in fase di definizione». Buone notizie anche per l’area di Teverola, dove Whirlpool ha ribadito la volontà di investire risorse economiche per sostenere un progetto strutturato, volto alla ricerca di opportunità per la reindustrializzazione del sito.
Confermati anche i progressi compiuti nei giorni scorsi per lo stabilimento torinese di None, grazie al protocollo di intesa con una società operante nel settore della logistica e che permetterà il riassorbimento di tutti gli addetti alla logistica e al magazzino. Ma è chiaro che a catalizzare l’attenzione è il salvataggio di Carinaro. «La direzione presa è quella che auspicavamo – commenta , segretario Fim Cisl dei Laghi – dopo la grande manifestazione di venerdì scorso, che è stata importantissima, quanto il fatto di credere che la sede giusta per la trattativa fosse quella al Mise; il crinale sembra sia stato superato, anche se restano ancora i dettagli da sistemare».