Gli Azzurri umiliati e la decadenza di una Nazione

L’editoriale dell’editore Piero Galparoli

Prendendo spunto dalla sconfitta della nazionale di calcio con la Svezia, che ci ha precluso la partecipazione ai prossimi mondiali di Russia 2018, vorrei analizzare e confrontarmi sulla decadenza della nostra Nazione.

Lasciando da parte lo sport (ormai siamo ultimi fra le grandi nazioni in quasi tutti gli sport di squadra) analizziamo insieme, evidentemente per “macro settori”, altri aspetti ben più vitali del “paese” Italia.

Partendo dall’economia, alcuni dati statistici ci confermano che la nostra nazione è ultima (o prima a seconda di come si guarda la graduatoria), nelle previsioni di crescita del PIL per il 2017; 1,5% contro una media europea del 2,2%.

Il debito pubblico/PIL dell’Italia è enorme, mostruoso: parliamo di un 132% per un importo di 2407 miliardi di dollari. In questo specifico caso siamo terzi nel mondo, solo per un pelo non abbiamo vinto la nostra coppa.. del nonno. Non voglio infierire oltre su questa specifica tematica perché diventerei sicuramente tedioso.

Affrontiamo quindi la questione politica. Lasciando da parte stipendi, prebende e corruzione su cui potrei puntare e vincere ad occhi chiusi, guardiamo invece ad un’anomalia prettamente italiana: i nostri Presidenti del Consiglio. Monti, Letta, Renzi e Gentiloni sono stati nominati dal Capo dello Stato – attenzione: prerogativa costituzionale – ma mai era accaduto prima se non in casi di evidente crisi di Governo che nessun Primo ministro fosse quantomeno stato eletto in Parlamento. Questa anomalia solo italiana ci accomuna (estremizzo un po’ ma per meglio esprimere il concetto), più alle dittature che alle democrazie.

Vogliamo parlare dei nostri deputati, (e ora forse comprendo perché il Primo Ministro non sia un eletto), inquisiti o condannati? Sono centinaia, di tutti i colori e di tutte le regioni, ed è questo l’unico caso in cui la politica trova la sua forma migliore di aggregazione. Uno scandalo italiano che ci fa detenere un altro record negativo.

Cambiando argomento e esaminando quello del lavoro ci accorgiamo che qui i dati statistici sono deflagranti ed impietosi. La disoccupazione viaggia a oltre il 12% (la giovanile al 35%) mentre i poveri in Italia sono circa 7 milioni (dato più alto in Europa come numero). Lascio da parte altre statistiche per non deprimere il lettore.

Per ultimo, pensando di trovare rifugio e qualche soddisfazione, ho lasciato la cultura. Un tempo si diceva che gli italiani erano un popolo di ”Santi, Poeti e Navigatori”, si, aggiungo io, ma di Facebook. Sono oltre 30 milioni gli italiani che “navigano” sul più importante social del mondo. Tanti e quanti gli italiani che non hanno letto nemmeno un libro. Si preferisce il fake alla notizia, il like alla discernimento, il post alla dialettica. Parliamo spesso di cultura, giovani, lavoro e non ci accorgiamo che siamo ormai ineluttabilmente diventati un popolo di “Social, Poveri e Nichilisti”. Le iniziali non cambiano, i contenuti moltissimo.