L’ipocrisia del mondo che cancella Kevin Spacey

L’editoriale del direttore Francesco Caielli

E adesso è tutto un cancellare, nascondere, licenziare, spazzare via. Via tutti quei registi e quegli attori coinvolti nei tanti casi di presunte molestie che stanno saltando fuori come funghi in questi mesi, via. Ipocrisia allo stato puro, di un mondo ipocrita (appunto) che prova a lavarsi via anni di silenzi, ammiccamenti, coperture. Ipocrisia di un mondo ipocrita che tenta di ripulirsi le coscienze, così: con uno schiocco di dita. Via tutti, un colpo di scopa per nascondere lo schifo sotto il tappeto e fingere che il pavimento sia pulito, e chi si è visto si è visto. Tutto questo, per carità, prima che la giustizia abbia fatto il suo corso: perché va bene essere garantisti, però non bisogna esagerare.

Le donne molestate fanno bene a denunciare e sì, ci sta che la paura le abbia fatte tacere in questi anni e solo ora, ora che il coro di sdegno si sta alzando, abbiano trovato il coraggio di denunciare.

Qui però parliamo d’altro, parliamo d’arte. E allora, basta ipocrisia. Perché fate e dite quello che volete, ma Kevin Spacey era e resta uno dei più grandi attori contemporanei: anche se è uno schifoso che ci provava con i ragazzini. E la serie tv più bella di sempre, House of Cards, senza di lui non ha più alcun senso.