Perché preferiamo le donne di Modena

L’editoriale di Federica Artina sulle lamentele contro i festival estivi organizzati nelle nostre città

Sarà che è passata solo una settimana ed è difficile dimenticare le sciure di Modena che dal balcone offrono caffè, sorrisi e saluti a ciascuno dei 220 mila fan “brutti, sporchi e cattivi” di Vasco Rossi in transito sotto le loro case verso il Parco Ferrari. E stiamo parlando di sciure costrette in casa da giorni, tra strade chiuse e gente che magari gli ha piazzato una tenda nel giardino.

Però. Però fa quanto meno strano pubblicare per sacrosanto dovere di cronaca un giorno sì e l’altro pure lamentele, insurrezioni, rivolte popolari contro i festival estivi organizzati nelle nostre città. Una volta i decibel (che però i rilievi continuano a misurare e riscontrare a norma), l’altra volta la sosta selvaggia, e poi ancora la viabilità. Insomma, ce n’è sempre una. Con organizzatori e amministrazioni comunali che camminano sulle uova e cercano di parare il colpo come possono.

Perché il vero dato di fatto, signori, è che questi luoghi di aggregazione sono pieni. Hanno successo. La gente ci va e, pensate un po’, si diverte pure. Magari la stessa gente che non può permettersi una vacanza. E allora, val bene uno slalom tra le auto per qualche sera la felicità altrui? Ci sbaglieremo, ma noi restiamo convinti di sì.