Quella donna faccia silenzio. La vendetta è cosa nostra

Giovanni Tirino sarebbe stato freddato a colpi di pistola da Antonio Calello per aver picchiato la sorella. L’editoriale di Simona Carnaghi

Tu picchi mia sorella e io ti sparo. Son cose da uomini. Le donne e lo Stato restino sullo sfondo per cortesia. Che qui noi che ci indigniamo perché le donne saudite hanno il permesso di guidare da 72 ore poi però, nel leggere del vendicatore a sette colpi che ha giustiziato senza processo l’aguzzino presunto della sorella alziamo un angolo delle labbra in una specie di sorriso. Giustizia fai da te. Quella che tutti invocano.

Affondiamo i barconi, bruciamo gli zingari, eviriamo gli stupratori. Che questa donna maltrattata, picchiata, non andava consolata, non andava indirizzata da carabinieri o polizia per far denuncia. Per chiedere aiuto. Aiuto? Roba da femmine. No, andava fatta “la giustizia vera”, quella dei social minchia. Quella che porta voti e consenso. Lavare nel sangue una violenza trasfigurata in onta. Cose di famiglia magari, cose da uomini, cose di secoli fa che però non cambiano mai. Cose che vanno regolate, mica roba da scarpette rosse. Questa donna abusata non ha diritto di parola sul suo destino: che taccia sia davanti a chi ne abusa sia davanti a chi la vendica. Decidono gli altri il da farsi. Vittima due volte perché nel suo nome è stata spezzata un’altra vita. Oltre alla sua. E taccia anche lo Stato che questa vittima non l’ha convinta in tempo. Ma le lascia guidare l’auto quando vuole.