Sì, la Lega Nord può risorgere. Perché crede nel suo mito

La storia, i fatti che hanno segnato percorsi importanti, lasciano segni quasi “fisici” nei luoghi dove sono avvenuti. Bisogna tenere conto di questo per capire l’emozione, visibile negli occhi dei tantissimi militanti leghisti, di tutte le età, presenti ieri alla festa per il trentennale della sezione di piazza del Podestà. Bisogna capire questo, per cogliere nello sguardo di Umberto Bossi tutta la commozione di trovarsi ancora lì, nei locali dove tutto è iniziato, circondato dagli amici storici,

ma anche dalle nuove leve. Indipendentemente dalle opinioni politiche di ognuno, c’è un dato di fatto che è oggettivo: la Lega Nord non è solo un partito, è un’autentica comunità di donne e uomini uniti da un ideale. Questo non li rende immuni dai mali della politica, dall’arrivismo, dal carrierismo e da altro ancora, che ha portato ai fatti di cronaca che ben conosciamo. L’uomo è uomo, e lo sarà sempre. Di errori la Lega ne ha fatti tanti e continuerà a farne.

Ma l’unità e lo spirito di condivisione, che ieri hanno mostrato di esistere ancora, lanciano un chiaro segnale. La Lega può risorgere, perché ha dalla sua un elemento che manca alla maggior parte dei partiti moderni: il senso di comunità, l’adesione ad un ideale spirituale. È l’avere un “mito” alle spalle, concepire la propria storia in modo “sacro”. Ed è forse questo modo sacrale di intendere la politica che manca a Matteo Salvini. E Bossi lo ha capito. Salvini sta costruendo un partito nazionale. Vedremo come andrà. Ma la Lega, quella che può risorgere, è ancora quella nata e cresciuta attorno a Umberto Bossi.n