Università, c’è posto anche per me?

Il ministero dell’Istruzione ha definito le modalità e i contenuti delle prove di ammissione per i corsi di laurea ad accesso programmato, per gli anni 2014-2015. Sono previsti sessanta quesiti da svolgere in 100 minuti per tutti i candidati. I giovani che parteciperanno al test ad Aprile, secondo una stima del MIUR sono oltre 90.000. Più precisamente circa 69.600 iscritti alla prova di Medicina e Odontoiatria che tentano di accaparrarsi uno tra i 10.551 posti; circa 80.000 proposte per Veterinaria di fronte ai 774 posti previsti e circa 13.000 domande per Architettura per i 7.621 posti disponibili.

Aprile, quindi a metà del secondo quadrimestre, a pochi passi dalla temuta maturità. Vi starete chiedendo, e se non lo state facendo vi suggerisco io: «come può riuscire qualcuno a prepararsi per il test quando è sormontato da interrogazioni, verifiche e simulazioni di terza prova?». Bella domanda. Quale sarebbe la soluzione, rinunciare a studiare e fare il test con l’aiuto della Provvidenza? No, purtroppo non tutti sono fortunati come Renzo e Lucia. Quindi olio di gomito.

Infatti l’unica soluzione sembra l’immergersi nello studio , fare tanti esercizi e simulazioni dei test. Ma in quale momento? Sappiamo che il tempo scarseggia,soprattutto per i ragazzi di quinta liceo. Così si devono eliminare tutte le altre “attività supplementari”: le uscite con gli amici, i piccoli momenti di relax, le attività che ami fare e che ti definiscono. In questo modo, senza neanche accorgersene, ci si annulla nella speranza che tutto questo impegno alla fine possa ricompensare.

Certamente non il MIUR che con questa modalità non fa altro che ostacolare la realizzazione dei nostri progetti. E pensare che per un attimo mi ero illusa, e forse non solo io,che in un paese democratico si tentasse con ogni mezzo di facilitare la riuscita dei sogni dei cittadini e non il contrario.

L’articolo 34 della nostra costituzione recita “La scuola è aperta a tutti”, ma non sembra sia così, infatti questo principio appare valido dal punto di vista formale, ma non del tutto da quello sostanziale. Anzi si è di fronte ad una vera e propria “selezione naturale” dove vince il più forte, chi è dotato di notevoli capacità innate, chi possiede il denaro necessario per tentare un’Università privata, dove il numero di candidati è decisamente minore e la percentuale delle ammissioni conseguentemente è maggiore.

Probabilmente era un’utopia il riuscire a superare quella concezione tradizionale dell’Università come luogo di culmine per la formazione di quei pochi eletti appartenenti alla classe dirigente. Sembra che le alte sfere dell’istruzione pubblica ritengano che lo stress cui i giovani maturandi sono sottoposti non sia abbastanza.

D’altronde il superare il test da cui dipende il tuo futuro è solo un altro dei tanti ostacoli che pone la società, forse al fine rafforzare e temprare gli animi come facevano gli Spartani o forse per distruggere i deboli e quelli che hanno solo bisogno di più tempo. Dipende dai punti di vista.

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