Saltrio, un anno senza la verità “Diteci come è morto Alex”

SALTRIO Un anno per non dimenticare Alex Gottini, il 29enne motociclista di Saltrio scomparso tragicamente in un terribile incidente. Era il 3 luglio del 2010, esattamente un anno fa, quando il giovane centauro in sella alla sua Suzuki GSX-R, per motivi che non sono stati mai chiariti fino in fondo, perse il controllo della moto finendo violentemente contro un cartello viabilistico a Clivio. Per il ragazzo non ci fu nulla da fare, morì probabilmente sul colpo.

La terribile tragedia investì le comunità di Saltrio, dove il giovane viveva da poco, Cantello dove ancora oggi vive la famiglia titolare anche di un’officina e Malnate dove abitano zii e cugini. A un anno di distanza da quel tremendo pomeriggio il dolore non si è attenuato: familiari, parenti e amici continuano a chiedere che si faccia piena luce sul suo incidente.
Neanche oggi chi lo ha amato, e continua a farlo, non si è rassegnato all’idea che il giovane abbia fatto tutto da solo, schiantandosi contro un cartello senza che nessuno ne abbia ostacolato la corsa. Alex stava percorrendo la provinciale che dal Giaggiolo di Cantello porta verso Viggiù. A un certo punto, stando alla ricostruzione effettuata dagli inquirenti, il motociclista senza motivi apparenti, dopo aver perso il controllo, si schiantò fatalmente. Una verità alla quale i familiari non vogliono credere: «E’ passato un anno – ripetono i parenti – e ancora oggi restiamo in attesa che ci sia qualcuno che abbia voglia di parlare, che dica la verità rispetto a quanto accaduto. Che si metta una mano sulla coscienza. Vogliamo solo capire cosa è successo effettivamente». Il ricordo del giovane è ancora molte forte: «Non c’è un attimo – raccontano i familiari – in cui Alex non venga ricordato, sono tanti momenti della giornata nei quali ci torna in mente. Il dolore per quello che è successo resta forte, grandissimo. Lo ricordiamo sempre per la sua purezza, la sua bontà, la genuinità, la disponibilità verso gli altri. Era un puro, non ci sono molti altri aggettivi da aggiungere. Un buono d’animo. Non gli abbiamo mai sentito dire di no. Con il suo sorriso illuminava l’officina».
Una passione profonda per i motori, quella di Alex. Un sentimento ricambiato dagli organizzatori di numerosi eventi con al centro le motociclette e le auto d’epoca, altro grande amore del giovane: «Continuano a essere tanti ancora oggi – concludono i parenti – gli eventi e le manifestazioni sportive con le moto e le auto d’epoca in cui viene ricordato con targhe o intitolandogli l’iniziativa». E’ trascorso un anno, il dolore se è possibile è diventato ancora più intenso, e la voglia di conoscere la verità è ancora un’esigenza  molto forte.

b.melazzini

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