Il successo dell’emporio cinese “Senza lavoro posso comprare”

OLGIATE OLONA Un’atmosfera di festa e i prezzi bassi. Il primo all’Aumai Market, il mercatone cinese vicino a Busto, è stato intenso. 
Tanta merce da discount, tanto “made in China” soprattutto nell’abbigliamento e nelle calzature, ma la varietà sugli scaffali non è poi così lontana da quella che si ritrova in qualsiasi ipermercato. Inclusi prodotti di buona qualità “made in Italy”, come ad esempio nel pentolame e nei casalinghi.
Tanti i commenti della gente. «C’è della roba che costa la metà

rispetto a quella degli altri supermercati» nota un signore di mezza età mostrando alcuni dei suoi “affari” «a prezzi stracciati», tra cui lampadine a risparmio energetico e un ventilatore. Una giovane mamma ammette: «Da quando mio marito ha perso il lavoro, fare la spesa è diventata una cosa scientifica, per acquistare i prodotti che costano meno. In questi negozi perlomeno posso togliermi lo sfizio di comprare un vestito o un paio di scarpe nuove». E fa vedere lo scontrino: 10 euro per un pantalone e un paio di “ballerine”. Un pensionato in proposito filosofeggia sugli effetti della globalizzazione: «Se vado al Carrefour o all’ex Standa, che differenza fa? Perché nessuno si scandalizza? Lì faccio guadagnare i francesi e i tedeschi, qui i cinesi».

m.lualdi

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