Varese, Stefano se n’é andato “Resterà con noi per sempre”

VARESE – Tutti i suoi amici hanno pregato e tifato per lui fino all’ultimo. Ma non ce l’ha fatta Stefano Pini. Il trentaduenne di Masnago, molto conosciuto in chiesa e nell’ambiente della Pallacanestro Varese, ha finito di lottare per la vita martedì, poco dopo le 23.30, in un ospedale di Zara, circondato dai suoi affetti più cari. Le sue condizioni di salute negli ultimi cinque giorni si erano mantenute molto gravi, anche se a tratti sembravano migliorare leggermente.

Fino a quando ha avuto la meglio la malattia virale che lo ha colpito inaspettatamente mentre era in vacanza in Croazia, con la ragazza e alcuni amici.
«Dire che sono sconvolto è davvero poco. Stefano era una persona stupenda, la sua morte non è facile da accettare» è uno dei tanti messaggi di incredulità lasciati su Facebook.
La comunità pastorale Maria Immacolata di Masnago ieri si è stretta nel dolore. La morte di Stefano arriva proprio nel bel mezzo della festa del Palio delle sei contrade, un evento che il giovane ha sempre contribuito a realizzare. «L’idea è quella di trovare un modo per ricordare Stefano, ne stiamo parlando – dice don Marco Ferrandi, il responsabile della pastorale giovanile – Nel frattempo, questa sera, alle 21.30, alla chiesa di Masnago, ci sarà una preghiera di Taizé, alla cui spiritualità Stefano era molto legato».
Il giovane, nato il 23 maggio 1979, da qualche anno mandava avanti un concessionario di auto in viale Belforte, dal nome Pini Auto. Un passo coraggioso, che aveva compiuto ereditando una passione di famiglia, quella per le auto. Stefano riversava la sua positività anche sul lavoro e, se qualcosa non andava per il verso giusto, ci rideva sopra. Un esempio? «Sono le 9.15 e sono già arrivato due volte al lavoro. La prima per accorgermi che avevo dimenticato le chiavi a casa», aveva scritto su Twitter il 5 maggio scorso. Uno dei suoi detti era: «Non possiamo mica stare qui a mettere la schiuma da barba dentro ai Ringo». Una caratteristica di Stefano era proprio il senso dell’umorismo e la brillante capacità di usare le parole, con le quali commentava tutto. Dai più piccoli fatti della sua vita, alla scena politica cittadina. «Preferisco l’aria inquinata di città all’aria di campagna. Elettorale» aveva scritto il 10 maggio scorso.
In un post del 3 agosto, si racconta così. «Parto da Varese verso le 20.30, sono auto munito. Con i miei orari da prete svizzero lo ritengo un dopo cena. Qui in abbazia hanno già servito la minestra».
Sul forum www. varesefansbasket. it commentava le partite. «E’ stato proprio quel suo stile di scrittura pungente a portarlo a lavorare per noi per due anni – racconta Marco Zamberletti, direttore del marketing della pallacanestro Varese – Mi ero accorto del suo talento. Gli dicevo che avrebbe dovuto fare il giornalista sportivo, ma lui era prima di tutto un tifoso della palla a spicchi. Grande, grosso, con il sorriso. Pensare che un virus se le sia portato via così lascia senza parole».
Il giovane si era inventato un fantasioso alterego di nome «Ispettorepini», che poi era diventato «Ispettorenipi», invertendo le sillabe del suo cognome. I tifosi della pallacanestro Varese lo conoscevano proprio come L’Ispettore perché così si firmava sul forum, dove però ogni tanto era Stewie, il mitico personaggio dei Griffin.
Marco, un amico, scrive: «Siamo cresciuti insieme all’oratorio, nel periodo in cui diventi amico di persone che lo saranno per sempre, che faranno sempre parte di te. Perché c’è il Basket, ci sono i sabato sera nei pub, c’è il parcheggio del parterre al palazzetto col freddo di dicembre, ci sono le tue battute su qualsiasi cosa, c’è Taizé, ci sono le partite su tele+. Ste, tu sei uno che le vite degli altri le riempi, non le lasci con un vuoto così grande».
Tanti i ricordi che rimangono di lui, come «gli interventi fatti sul computer sempre in panne di Ruben Magnano. Quella volta che Howell aveva male ad un piede salvo poi scoprire che aveva un tappo di spumante infilato nella scarpa».
Alcune frasi lasciate nero su bianco da Stefano, rilette oggi, fanno venire i brividi. Come questa, scritta tre mesi fa: «Certi giorni sembrano scappare via troppo veloci. Ma è solo una sensazione».
Adriana Morlacchi

e.besoli

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