Una basilica strapiena di gente “Giovanni, una vita intensa”

VARESE «Caro Giovanni, il Signore ti accoglie con un abbraccio grande. Con uno di quegli abbracci che tu sapevi dare. Noi rimaniamo qui con un grande vuoto. Aspettiamo di sentire, da lassù, la tua mano posarsi sulla nostra spalla, per darci la certezza di un disegno misterioso ma buono». E’ il messaggio che il coro dell’università di Milano ha dedicato a Giovanni Bizzozero, il giovane di 23 anni che ha perso la vita cadendo dalla moto, nella notte tra giovedì e venerdì, a Milano.

Il messaggio è stato letto ieri, nella basilica di San Vittore, durante il funerale. In una chiesa così affollata che molte persone sono dovute rimanere sul sagrato, in silenzio, sotto un cielo plumbeo. Stretti intorno ai genitori e ai fratelli di Bizzo – questo il soprannome del giovane – c’erano i lupetti del gruppo Aggs Varese 2 con il foulard al collo. I loro educatori. Gli amici, i compagni di scuola e di Comunione e liberazione. I colleghi della facoltà di veterinaria di Milano. Non in prima fila, ma mischiati tra la folla, c’erano anche gli assessori Raffaele Cattaneo ed Enrico Angelini.

«Siamo qui perché abbiamo incontrato un amico generoso, che non ha avuto pudore di mostrare forza, bellezza e verità – ha detto don Ambrogio Pisoni, uno dei responsabili di Comunione e Liberazione – Giovanni ha toccato la nostra vita e chissà quante altre».

Don Ambrogio ha descritto l’espressione del giovane: «portava sul volto un sorriso limpidamente ingenuo che lasciava chi lo vedeva lievemente imbarazzato, perché il suo sorriso era lo stesso di un bambino». «Giovanni, infatti, era grande come un bambino – ha spiegato don Ambrogio – La sua vita è stata breve, ma intensa. Il tempo non è qualcosa che va, ma è Cristo che ci viene incontro. Giovani ha sempre detto si a Cristo, senza riserve. La sua testimonianza continuerà a darci speranza».

La facoltà di veterinaria di Milano ha organizzato un pullman per partecipare al funerale. Giorgio Poli, preside di facoltà, ha associato la figura di Giovanni a quella del centauro che tiene in mano la fiaccola. Un’immagine che si trova all’interno dell’ateneo, vicino alla targa affissa per il bicentenario.

Giovanni era impegnato in università, ma molto presente anche in famiglia, per i suoi cari. Toccanti le parole di nonna Nuccia: «Ciao Giò, non dimenticherò mai il tuo sorriso e le tue battutine affettuose. Il mio unico sollievo è sapere che sei vicino al nonno».

Al termine della cerimonia la mamma di Giovanni – Ester Poncato – ha avuto la forza di prendere in mano il microfono per riferire della telefonata avuta il giorno precedente con Julián Carrón, alla guida di Comunione e liberazione dopo don Giussani. «Mi ha detto che la consolazione sostanziale, che non si basa quindi sul sentimento, è quella di sapere che il destino di Giovanni si è compiuto. Carrón mi ha detto: “gli hai voluto bene e adesso gode di un bene più

intenso”». Poi, rivolta ai tanti presenti alla celebrazione, ha aggiunto: «grazie, ci avete scaldato il cuore. In questo mondo che ci dicono faccia schifo, io sento di poter dire che non è così. Raccogliete il positivo di Giò e giocatevi la vita». Gli amici hanno accompagnato sul sagrato la bara di Giovanni, sulle note del Signore delle cime. Il loro Bizzo riposerà per sempre nel cimitero di Viggiù.

e.marletta

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