Tronzano è un Comune virtuoso “Ma ci costringono ad associarci”

TRONZANO LAGO MAGGIORE  È il Comune più virtuoso di tutta la Lombardia. Con una quota di 100 punti su 100. Eppure se le cose non dovessero cambiare, o meglio se la Corte costituzionale non dovesse accogliere il ricorso regionale contro l’articolo 16 dell’ultima manovra Tremonti, sarebbe obbligato ad associarsi per tutti i suoi servizi e uffici ad altri enti. Meno virtuosi. Situazione che livellerebbe, ovviamente verso il basso, la qualità dell’operato dell’ente.
Arriva da Tronzano Lago Maggiore,

piccolo comune del Luinese con meno di 300 abitanti, un altro dei paradossi italiani. A raccontarlo è il primo cittadino, Antonio Palmieri, che si dice pronto «a far commissariare il Comune se quell’obbligo assurdo di associarsi sempre e comunque non dovesse decadere». Presa di posizione, al momento da intendersi come gesto di estrema protesta, da leggere anche alla luce della medaglia che proprio la Regione gli ha appena appuntato al petto. Perché secondo la classifica dei comuni virtuosi è proprio Tronzano Lago Maggiore, il migliore di tutta la Lombardia. Risultato dell’analisi, stilata in base a diversi e complessi parametri stabiliti da Regione Lombardia, Anci e Upl, per classificare l’ordine di merito dei finanziamenti previsti proprio per le amministrazioni più efficienti e aderenti al patto di stabilità territoriale, previsto dalla legge sul federalismo fiscale. Perché il Comune guidato da Palmieri è quello che ha saputo gestire meglio di tutti le casse comunali, in base a flessibilità di bilancio, debito e sviluppo, anche alla luce dell’ottima capacità programmatoria e autonomia finanziaria. «Sono ovviamente soddisfatto – ammette il primo cittadino – anche se non ci sembra di aver fatto cose particolari. Abbiamo semplicemente fatto il nostro dovere grazie al nostro personale efficientissimo e ad un buon bilancio. Solido grazie alle entrate».
Che a Tronzano usufruiscono dell’Ici pagata dalla centrale Enel di Roncovalgrande e dei sovraccanoni connessi proprio alla presenza dell’impianto. Mix cui si unisce l’attenzione alla spese con investimenti che da anni hanno virato «decisamente sull’utile come acquedotto, fognatura e depurazione».
«Non è più il momento di grande opere – ammette il primo cittadino – ma piuttosto del giusto compromesso tra investimenti, servizi e mantenimento dell’equilibrio finanziario». Da qui la bocciatura dell’obbligo alla gestione associata di tutti i servizi. «Perché – conclude Palmieri – già diverse attività sono portate avanti in collaborazione con altri enti. Ma vogliamo essere pienamente liberi di scegliere: senza obblighi o vincoli».
Anche perché i risultati stanno dando ragione proprio a Tronzano e al suo modo di amministrare.

b.melazzini

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