Morto annegato a Gavirate «Il lago è una trappola»

GAVIRATE «L’acqua del lago, di qualsiasi lago, non è come quella di una piscina. È normalmente più fredda. Con picchi al ribasso anche a poca profondità». Roberto Carullo, direttore della sezione di Varese della Società Nazionale di Salvamento, non si stancherà mai di ripetere questo avvertimento. Quasi un monito. Da osservare scrupolosamente, soprattutto durante la stagione calda, per ridurre sensibilmente i rischi connessi alla balneazione sul lago Maggiore.

Avvertimenti preziosi alla luce di una nuova tragedia. Quella avvenuta davanti alla Punta di Voltorre, a Gavirate, nel primo pomeriggio di domenica. Un incidente costato la vita a un uomo di 45 anni, di origini rumene e residente a Tradate, Ylie Butnariu, affogato sotto gli occhi dei familiari. In gergo tecnico questa pericolosa particolarità dei laghi si chiama termoclino: ovvero il rischio che lo specchio d’acqua possa cambiare rapidamente temperatura. «L’acqua del lago è molto più fredda e insidiosa di una piscina – ripetono i bagnini della Società nazionale di salvamento – e immergersi dopo essere stati ore al sole può causare uno choc termico. Ma non solo. Ci sono le correnti che possono cambiare all’improvviso, la visibilità può essere scarsa. Per questo bisogna aver ben presente il proprio limite e tenersi ben distante».

Spesso, infatti, subentra anche la sopravvalutazione delle proprie capacità. «Apparentemente quasi tutti sono convinti di saper nuotare – ammette Carullo – ma essersi bagnati in mare, o in una struttura artificiale, non è paragonabile al lago». La ricetta così, per prevenire disgrazie, si chiama prevenzione. Lo sanno bene i bagnini impegnati, per la prima estate, lungo il Lago Maggiore nelle otto postazioni di osservazione e soccorso: Ranco, Ispra, Monvalle, Arolo di Leggiuno, Cerro di Laveno, Colmegna di Luino e le due di Maccagno: al Lido e al Parco Giona.

«L’impegno è notevole – chiarisce Carullo – Oltre al salvataggio d’emergenza, operato lo scorso 15 luglio a Monvalle, che ci ha consentito di strappare alle acque del Verbano un turista tedesco, il nostro lavoro è senza sosta. Dal soccorso in caso di punture di insetti alla segnalazione di oggetti pericolosi sul fondale, fino alla sorveglianza del rispetto dell’area di sicurezza delimitata dalle boe. Le abbiamo messe nei lidi, ma purtroppo alcune imbarcazioni fanno finta di non vederle».

b.melazzini

© riproduzione riservata