Che beffa per il quasi preside «Tanto studio, poi si ferma tutto»

VARESE Fino a lunedì sera ha sperato, come i suoi colleghi, che il Consiglio di Stato smentisse il Tar, sbloccando il concorso e concedendogli il meritato scatto di carriera.
Ma Riccardo Ielmini, uno dei prof varesini che avrebbe diritto a un ufficio da nuovo dirigente scolastico, ha ricevuto un’altra, più definitiva doccia fredda.
«Sono deluso e amareggiato. Evidentemente, si stanno muovendo delle logiche più grandi di me. Altrimenti questa situazione non si spiega». Il professor Ielmini,

come i colleghi che con lui avrebbero vinto il concorso per diventare dirigente scolastico, esprime tutto il suo disappunto per l’ordinanza del Consiglio di Stato che, lunedì pomeriggio, ha bloccato definitivamente le nomine dei dirigenti scolastici della Lombardia. Cinquecento gli istituti che avranno bisogno di un reggente in tutta la Regione, il 40%. A Varese saranno 35 gli istituti senza dirigente. Tra questi, venti avrebbero dovuto essere assegnati ai presidi di nuova nomina.
Il concorso per i nuovi presidi è stato bloccato da un ricorso al Tar secondo cui le buste utilizzate per le prove scritte sarebbero state troppo trasparenti, invalidando così la garanzia di neutralità della commissione.
Il Miur ha presentato appello al Consiglio di Stato, che però per ora ha confermato la decisione del Tar. «Quando sono uscite le graduatorie provvisorie, con i colleghi ci siamo organizzati, e abbiamo presentato un ricorso in adiuvandum a quello del Miur. Ma evidentemente non è servito».
Nel pomeriggio di ieri il presidente lombardo Roberto Formigoni e l’assessore all’Istruzione, Formazione e Cultura Valentina Aprea, hanno chiesto a gran voce al Miur di indire immediatamente un nuovo concorso, per colmare il vuoto dirigenziale nelle scuole lombarde. Ma Ielmini non è d’accordo: «Prima di tutto ci vogliono dei fondi per rifare da capo un concorso. A cui, comunque, non parteciperei: le prove le abbiamo già affrontate e passate, la graduatoria c’è, tutta questa storia ha un senso che continua a sfuggirmi».
Il Consiglio di Stato entrerà nel merito della questione non prima della prossima udienza, fissata per il 20 novembre.
Fino ad allora, Ielmini e gli altri torneranno alle loro classi: «Insegnare mi piace ancora, torno volentieri dai miei studenti, al distaccamento lavenese del Sereni di Luino. Ma resta l’amaro in bocca per un anno di preparazione, di studio, di tensione, in cui i miei colleghi ed io abbiamo sacrificato il nostro tempo per vincere un concorso e poi veder cadere tutto a due giorni dalla nomina. Stiamo combattendo contro un muro di gomma, e fino al pronunciamento del 20 novembre non ci resta altro che navigare a vista».

s.bartolini

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