Maroni punta su Varese «Il voto disgiunto? Per me»

VARESE «Bossi segretario? Deciderà il congresso». Roberto Maroni torna nella sua Varese per lanciare i candidati al Pirellone della lista provinciale della Lega Nord e non pensa alla tentazione del vecchio Capo di tornare in sella.
Per ora pensa solo alla battaglia per Palazzo Lombardia: «Voto disgiunto? Sì, i lombardi voteranno me». E promette: «Cancellare subito il patto di stabilità».
Al Politeama per la presentazione dei candidati, Maroni conferma l’intenzione di lasciare la segreteria in caso di elezione: «Fare

il governatore della Lombardia è un impegno a tempo pieno, come lo è stato fare il ministro del Welfare e dell’Interno».
Il futuro lo deciderà il congresso, anche perché Maroni è sicuro di vincere. «In Lombardia, ma anche alle politiche – ai suoi supporters – ma se vincessimo anche solo in Lombardia, con l’unione delle regioni delle Nord il governo di Roma non resisterà. Detteremo noi le leggi a Roma, a partire dal patto di stabilità che verrà arrotolato e buttato nel cestino, consentendo ai nostri sindaci di tornare a spendere liberamente i soldi che hanno in cassa».
Già settimana prossima la proposta di «cancellare il patto di stabilità» sarà al centro di un’assemblea dei sindaci lombardi di cui Maroni si proclamerà «difensore». Non teme nemmeno il voto disgiunto dei “montiani”, disposti ad abbandonare Albertini («mi fa pena, sedotto e abbandonato») per ridare fiato al suo competitor Umberto Ambrosoli.
«Non funziona così, i lombardi voteranno me. Non si può dall’alto dire agli elettori chi votare, si illudono se pensano che i lombardi voteranno di là, perché gli elettori decidono sulla base dei programmi e dei progetti. I lombardi conoscono la mia storia personale e sanno che sono in grado di governare la Lombardia, raggiungendo gli obiettivi e sfondando anche i muri».
Bobo attacca Ambrosoli: «Non ha nemmeno la patente A, non ha mai fatto nemmeno il consigliere comunale. O si schianterà subito oppure farà la foglia di fico degli apparati dei partiti». E promette: «Se vince la sinistra in Lombardia, me ne vado in Canton Ticino». La platea del Politeama, teatro pieno ma non stracolmo, i militanti applaudono.
Per Varese Maroni promette: «Con il 75% di tasse trattenute, risolveremmo tutti i nostri problemi, dall’Arcisate-Stabio alla Gasparotto-Borri». Tra i candidati manca solo Umberto Bossi, che la sera prima aveva arringato la folla della sua roccaforte Busto Arsizio.

s.bartolini

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