Blitz anti bische clandestine Denunciate ottanta persone

VARESE – Sono più di 80 le persone denunciate nel maxi blitz contro il gioco d’azzardo messo a segno dalla questura di Varese e dal comando provinciale della guardia di finanza: «Una sinergia che ha funzionato perfettamente – hanno detto il questore Danilo Gagliardi e il comandante provinciale delle fiamme gialle Antonio Morelli – E che non terminerà con questa operazione».

Il blitz messo a segno ieri notte ha portato polizia e finanzieri in tre circoli privati, il Bluff sport club di viale Belforte a Varese, il Lucky club di via Vittorio Veneto a Gallarate, e il Domino club di via Confalonieri a Busto Arsizio, dove erano in corso tornei illegali di poker in modalità Texas Holdem. Eccezion fatto per i casinò e i siti internet specializzati nessuno in Italia ha mai avuto dai Monopoli l’autorizzazione necessaria ad organizzare eventi simili. Al momento del blitz nei tre circoli (che complessivamente contano due mila soci) 80 persone stavano giocando ai tavoli verdi; a Varese erano presenti anche due mazzieri, un uomo e una donna, mentre il costo medio per accedere alle partite era di 100 euro.

Variegata la “popolazione” dei giocatori: molti giovani, l’età media va dai 20 ai 35 anni, molti anche gli individui già noti alla giusitizia seduti al tavolo. Ma non solo: al tappeto verde perdevano o vincevano imprenditori, commercianti, pensionati e professionisti. Al tavolo sedeva anche se in netta minoranza anche alcune donne. I reati contestati sono diversi: oltre al principale capo di imputazione relativo al gioco d’azzardo, per i gestori dei circoli c’è da chiarire anche la posizione relativa alla ragione sociale del luogo.

Un circolo privato ha meno obblighi normativi e fiscali di un locale pubblico, ma deve rispettare delle regole. Qui del club pare vi fosse ben poco: i soci si iscrivevano di sera in sera (la tessera diventava una sorta di biglietto d’ingresso) e, a Gallarate, sono stati pizzicati anche alcuni giocatori nemmeno iscritti. Per questo il Lucky di via Vittorio Veneto è stato chiuso. L’indagine partita almeno quattro mesi fa è ancora in corso: gli inquirenti stanno facendo altri accertamenti dopo aver sequestrato fiches, tappeti verdi, libri dei soci e registri contabili, anche sotto il profilo finanziario. Simona Carnaghi

b.melazzini

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