Candidati sindaci, basta con piazze stazioni e parcheggi. Prima c’è ben altro

L’editoriale del direttore Andrea Confalonieri

Siamo onesti: la stragrande maggioranza dei varesini non voterà il prossimo sindaco in base a piazza Repubblica, allo stramaledetto parcheggio della Prima Cappella (non si vincono e non si perdono le elezioni per quattro posti auto, al di là di tutto ciò che c’è dietro, sopra e di traverso), alla città più moderna o più vecchia (si è moderni o vecchi dentro, nelle tue idee e in quelle di chi ti circonda), al supermercato del nuovo stadio (se i soldi per rifare impianti –

o qualunque cosa pubblica – che cadono a pezzi li investono i privati, e ci guadagnano giustamente qualcosa, in qualunque paese del mondo si risponde “sì”).La stragrande maggioranza dei varesini ieri ha aperto i giornali e si è fermata al dunque: tre clandestini già espulsi dall’Italia sono stati riarrestati ai Giardini Estensi con le mani nella marmellata (le forze dell’ordine fanno il loro dovere, spesso per niente). Ora verranno riprocessati, riespulsi e riaccompagnati in frontiera ma in quattro e quattr’otto torneranno sui loro passi, e non perché sono diventati cittadini onorari come Bob Morse. Signori politici locali, potete fare e disfare piazze, stazioni o parcheggi, ma la gente prima vi chiede di poterli vivere, e in generale di poter vivere la sua città e la sua casa in santissima e meritata pace. Parlateci senza paura di ciò che fa paura: affrontate la realtà, anche se è più dura dei sogni, e diteci come ci permetterete di andare ai Giardini e in stazione, tornare a casa o aprire un negozio senza doverci guardare le spalle. Non dipende da voi? I sindaci trovano soluzioni ai problemi. O non fanno i sindaci.