La storia deve continuare ad insegnare

L’editoriale di Samuele Astuti

Il fascismo, un problema che alcuni pensavano essere solamente un lontano e sgradevole ricordo, è tornato recentemente al centro del dibattito politico Italiano ed Europeo.

Nel nostro Paese, oltre ai fatti eclatanti di Como e presso la sede di “La Repubblica”, sono decine le associazioni di stampo nazi-fascista che stanno rinfoltendo le proprie fila negli ultimi tempi. In particolare i giovani sembrano cedere maggiormente al fascino perverso esercitato da certe ideologie che il secolo scorso sembrava aver debellato, e che purtroppo stanno pericolosamente riemergendo.

Forse ci si è illusi di aver sviluppato, dopo la fine del Ventennio prima e del terrorismo nero in seguito, degli anticorpi sociali tali per cui il Fascismo non avrebbe più rappresentato una minaccia per la Democrazia nel nostro paese.

Purtroppo, avendo sempre meno testimonianze dirette dei protagonisti della Resistenza e di chi ha vissuto sulla propria pelle gli orrori della dittatura fascista, si indebolisce anche quel patrimonio che è la memoria Storica, vera arma difensiva contro ogni deriva autoritaria.

È passato quindi troppo tempo affinchè il ricordo della dittatura sia vivo e funga da monito nella memoria collettiva, e troppo poco per essere considerato da tutti come un prodotto distorto di un tempo che non esiste più. Ci troviamo dunque in una “terra di mezzo”, un periodo storico che presenta caratteristiche che si prestano pericolosamente ad essere sfruttate come terreno di coltura fertile al ritorno di certe ideologie. Il fascismo al giorno d’oggi assume una forma diversa e più insidiosa rispetto a quello “Storico”: se infatti la prospettiva di un ritorno della dittatura può apparire molto lontana, elementi come discriminazione, razzismo, chiusura e odio nei confronti degli avversarsi sono minacce più che mai attuali; come dimostra l’insediamento del neo governo austriaco contenente elementi di estrema destra nazionalista.

Un progresso tecnologico fulmineo e un’ inarrestabile processo di globalizzazione, se da una parte aprono scenari positivi per il futuro dell’umanità, dall’altro contribuiscono a delineare un clima di incertezza ed evidenziano l’assenza dei tradizionali punti di riferimento del passato. In questo scenario, elementi della società più deboli o inclini alla conservazione del presente possono essere tentati dalle spinte reazionarie presenti nelle dottrine neo-fasciste.

E’ importante quindi informare, diffondere la conoscenza della nostra Storia, di chi diede la vita per donarci la Democrazia e la Libertà, elementi che i più giovani percepiscono come scontati ma che sono frutto del sacrificio di migliaia di persone.

La politica deve confrontarsi con chi sta vivendo in maniera negativa gli effetti della globalizzazione, dimostrando che la soluzione non è una chiusura reazionaria, bensì affrontare le sfide del futuro con spirito innovativo, stando attenti alle necessità dei più deboli. Questa deve essere la sfida della politica europea e Italiana nei prossimi anni.