Stessa anima nuova Provincia. Un colpo d’occhio e vedi tutto

L’editoriale del nostro direttore Andrea Confalonieri sul giornale speciale che trovate in edicola oggi

Se anche L’Equipe, il grande quotidiano sportivo francese che era più grande di un lenzuolo, dopo settant’anni ha cambiato formato per diventare tabloid, può avere paura a farlo la Provincia di Varese, che in undici anni non è mai stata ferma un attimo, non vive nel passato, crede nel presente e segue la speranza del futuro? Può tremare di fronte al cambiamento l’editore Michele Lo Nero, che salvò il giornale prima del Natale di due anni fa,

quando non ci credeva più nessuno? O i suoi giornalisti, i collaboratori, i fotografi, tecnici e grafici (grazie Giuliana e Mauro), la segretaria, i pubblicitari e soprattutto i lettori, che a noi hanno sempre chiesto di scendere in campo, non di rimanere a guardare, portando in partita anche loro, stufi di subire “lenzuolate” e vagonate di informazioni. Viaggiare, cambiare, correre, sentirsi vivi e incazzarsi o commuoversi davanti alle pagine, che diminuiscono nel formato soltanto perché si veda ancora meglio ciò che c’è attaccato: la passione, la sfida, il cuore, l’amicizia, l’aiuto, la battaglia.
Tra una foto e un articolo, abbiamo sempre scelto la prima, magari con il titolo giusto, sia per la bravura di chi la scatta, sia perché crediamo nella forza delle immagini (viaggiano, cambiano, corrono più di qualunque uomo, o parola): questo formato rende loro giustizia, finalmente. Tra fiumi di argomenti ed enciclopedie quotidiane da cui siamo circondati, a noi basta un pezzo diverso da quello che hanno tutti gli altri (leggete quello odierno di Daniele Cassioli, campione cieco di sci nautico che ci fa vedere benissimo la strada da seguire): quell’articolo può esaltarsi ed esaltarvi sulla nuova Provincia (anzi, laprovinciadivarese.it: a proposito, la pagina Facebook ha ottenuto 30.000 “mi piace”: grazie a voi, e a chi l’ha inventata).
Non cambiamo maglia, né ideali, né compagni di viaggio, perché quella è la nostra forza: noi che lavoriamo a La Provincia, ci vogliamo bene (accade, altrove?), mettiamo la squadra davanti a tutto, e nella squadra ci siete voi. Non riusciamo ad aspettare che qualcosa succeda, ci piace guardare in giro – in questo caso anche un po’ lontano (i tabloid storici? No: l’esempio, per noi, può arrivare anche dai quotidiani delle Canarie, maneggevoli, immediati, li guardi con un colpo d’occhio, come questo) – e proviamo a farlo accadere. Con un giornale nel giornale (La Provincia di Varese più: oggi partiamo da salute e benessere, poi arriveranno moda ed eventi, casa e arredamento, cucina, economia e lavoro), allo stesso prezzo, sotto quello che è un marchio di fabbrica: siamo un diversamente quotidiano. Perché, a casa nostra, la diversità (la disabilità, ma anche la differenza di pensiero) è un valore. È cultura. E alla lunga diventa normalità.