La “Mamma dei bustocchi”. E la figlia che apre i cuori

Provvidenziale, nel giorno della Festa della Mamma, la celebrazione di Santa Maria e l’ABG Day

Siamo ormai giunti all’acme delle celebrazioni del Cinquecentesimo del Santuario di Santa Maria di Piazza.

Con senso di intensa appartenenza, ma anche di devota laicità, La Provincia di Busto ne ha seguito e accompagnato il concepimento, l’annuncio, la riflessione e il dipanarsi degli eventi.

Lo abbiamo fatto e lo facciamo ancora oggi nella consapevolezza, constatata anche dalla non scontata partecipazione di cittadine e cittadini di ogni età, ceto ed estrazione, ai molti e poliedrici appuntamenti. Domani il Cardinale Angelo Scola tiene una concelebrazione eucaristica solenne, nel rinnovato scenario di una Piazza che l’alternarsi delle scelte urbanistiche, soprattutto nel secolo scorso, hanno un po’ penalizzato, ponendo il Santuario stesso quasi in un angolo.

È paradossale che il Santuario, prima dell’Assunta e poi della Madonna dell’Aiuto, da sempre centro urbanistico, culturale, artistico e della Fede dei bustocchi, sia in parte finito in un angolo. Ed ecco perché è provvidenziale che queste settimane abbiano “costretto” anche i più disattenti a fare i conti con la storia, la tradizione, la cultura di cui il Santuario di Santa Maria è insieme figlio e significativo testimone. Ma ecco perché è ancor più provvidenziale che proprio il fine settimana del 13 e 14 maggio 2017 sia caratterizzato,

per Busto Arsizio, non soltanto da una sequela spesso sovrapposta di atti e momenti importanti (uno dei quali, con la ricollocazione della stele della Madonna dell’Aiuto all’accesso da Nord della città, rimanda al Congresso Mariano del 1947, quando il predecessore di Angelo Scola, beato Cardinal Schuster, convocò, presiedette e concluse il Congresso proprio a Busto Arsizio), ma anche dall’ABG Day, anch’esso a suggello di un percorso e di una celebrazione d’anniversario. L’ABG Day è infatti una grande festa d’incontro, nella importante cornice del Museo del Tessile, per ricordare un’associazione, Bianca Garavaglia Onlus, che si colloca, ormai giunta al suo trentesimo anno di vita, al primissimo posto nazionale come realtà al servizio della ricerca oncologica infantile, e al secondo nazionale per la ricerca oncologica in generale. Il 14 maggio è anche la Festa della Mamma, e chi può negare che anche per i meno credenti, per i non ancora credenti, la Madonna dell’Aiuto sia vissuta, sentita, auspicata, invocata, come “mamma dei bustocchi”? Maria (a proposito, splendido ed intenso l’“Interrogatorio a Maria” di Testori sotto le volte del Santuario trasformato in un non solo metaforico teatro) è la madre di Gesù, una umile serva che nell’accettazione di una sfida ha colto il titolo di Assunta e di Regina. Ma l’ha fatto passando attraverso la crescita di un Figlio non facilmente governabile, spesso se non sempre ingombrante, qualche volta imbarazzante, che l’ha costretta a vivere il dramma della Morte in Croce. Ma da lì nasce la Speranza per gli uomini, credenti o timidamente credenti. Ebbene, nella storia di quante madri si insinua la tristezza e il dolore drammatico dell’inconcepibile e ingiustificabile perdita di un figlio?

È un dramma che può segnare la vita, costringendola alla disperazione, alla sfiducia e alla negatività. Bianca, colpita da un tumore, morì in tenerissima età. La mamma Franca, i genitori, gli amici, le famiglie, hanno fatto sì che nascesse un Fiore che ha generato frutti, coinvolgendo nel tempo sempre più famiglie, o colpite dallo stesso dramma o appassionate dal desiderio di fare qualcosa di utile, fondamentale, essenziale per combattere in positivo la malattia e il male.

Ne è nata l’Associazione Bianca Garavaglia, che anche attraverso queste pagine impareremo e imparerete a conoscere di più. Nel nome di Bianca, nel nome di Maria, nel nome degli uomini e delle donne di buona volontà.

A cominciare da quelle donne e da quegli uomini che costituirono la Scuola dei Poveri e su cui avremo modo di tornare, anche per sfidare associazioni, istituzioni, famiglie, imprese a far sì che con l’“Ite, missa est” del Cardinale cominci meglio ricominci, un impegno all’altezza del meglio di Busto, e non solo in attesa del suo ritorno in città per la festa di Madonna Regina.