«La UYBA è un fenomeno sociale»

Volley - Il direttore biancorosso Enzo Barbaro a tutto tondo: «Faremo il possibile per tornare a vincere»

Enzo Barbaro a tutto tondo. Il Direttore Generale e Sportivo della Unet Yamamay Busto Arsizio ci ha svelato tutti i retroscena della nuova stagione che parte questa sera.

Io credo che il processo di cambiamento sia un processo molto lungo. La vecchia Futura ha avuto tanti anni per arrivare dove è arrivata e anche la UYBA 2.0 credo abbia ancora molto spazio e molto tempo per arrivare al suo apice. Fa tutto parte di un processo di crescita, di ristrutturazione societaria e può avvenire solo nel corso del tempo. Quel che è certo è che la strada che è stata tracciata è più che mai quella giusta. Non solo costruendo i contenuti sportivi che sono il nostro traino, ma anche tanto intrattenimento che è stato possibile creare grazie al nostro palazzetto.

La cosa che ci distingue dalla precedente gestione è proprio la gestione dell’impianto. L’apertura a nuove realtà sportive com’è stato quest’anno per la Powervolley e già l’anno scorso per Club Italia è l’esempio di questo nuovo modo di considerare il Palayamamay. E non ci fermeremo qui, perché in futuro ci saranno sempre più eventi che andranno anche oltre al volley.

La nuova Futura potrà quindi innanzitutto operare sull’impianto in maniera autonoma e realizzarne migliorie a seconda delle necessità. La cosa che ci tengo a sottolineare che è importante, è che tutto quello che incasseremo da questi eventi collaterali finirà per migliorare la nostra squadra. Ogni euro guadagnato, ogni caffè, ogni bibita, ogni altro acquisto entrerà direttamente nel budget della squadra. Non è intenzione di Pirola creare un’opportunità di guadagno personale ed è proprio questo l’aspetto innovativo che è unico nel panorama pallavolistico italiano. Solo nel calcio qualcuno ci sta provando a fare qualcosa di simile

È unicamente un discorso commerciale. Era una necessità dirigenziale di Unendo Energia e si è scelto di anticipare il più possibile i tempi di questo cambio. Non voglio però entrare nel merito, non è cambiato nulla e il Presidente potrà spiegarlo meglio di me.

La prima particolarità di quest’anno è che ancora non abbiamo una rosa che possa essere considerata chiusa per una serie di questioni burocratiche legate ai contratti. Io rimango molto fiducioso. I nomi sul piatto sono quello che ormai conosciamo tutti (Castillo, Martinez ndr), ma che senza la firma non abbiamo ancora potuto ufficializzare.

Io credo che tutto possa essere chiuso nel giro di qualche settimana, e al di là della mancanza della certezza posso dire che poco sarebbe cambiato per quanto riguarda l’inizio degli allenamenti perché ugualmente queste ragazze sarebbero arrivate durante il mese di settembre

.

La differenza più importante rispetto all’anno scorso è aver avuto più tempo per lavorare. La passata stagione eravamo nel mezzo di un cambio in corsa perciò siamo arrivati un po’ troppo lunghi. Abbiamo fatto scelte rischiose con una logica di budget ridotta perché all’inizio non sapevamo davvero su quanto avremmo potuto contare. Ne è uscito un anno di transizione. Su qualcuno abbiamo lavorato di più, qualcuno meno, qualche scommessa l’abbiamo vinta e qualche altra no. Tutto aveva però un’idea ben precisa.

Quest’anno abbiamo cominciato prima e ci siamo assicurati una buona parte della rosa fin dai primi giorni. Spero davvero di poter chiudere il lavoro il prima possibile.

Certo che sì. Sono scelte oltretutto che sono state fatte prima delle Olimpiadi e ne siamo veramente molto orgogliosi. Si parla sempre di investire sulle italiane e puntualmente poi si fa fatica a farle. Il gruppo delle italiane è un gruppo molto valido e ci fidiamo tanto di queste giocatrici perché in noi hanno trovato una chance di riscatto o comunque un ambiente in cui lavorare bene e crescere ulteriormente. Valide e affiatate, e in più hanno più o meno tutte già conosciuto il Menca, con cui hanno già lavorato bene. Contiamo molto che queste azzurre possano fare grandi cose.

I nomi credo siano sempre quelli e sono tante le squadre da tenere d’occhio. Casalmaggiore, Modena, Conegliano, Novara… La stessa Bergamo e anche Scandicci. Dare un giudizio o fare un pronostico è però molto difficile ora. Un conto sono o nomi, e un conto è vedere se gli equilibri possano funzionare all’interno di queste squadre. Con l’inizio del campionato potremo capirci meglio un po’ tutti.

Io l’ho visto e lo vedo tutt’ora molto bene. Abbiamo avuto qualche defezione, ma la cosa più bella è che il gruppo storico, non tanto gli ADF, ma lo zoccolo duro del nostro pubblico non ha mai smesso di supportarci e di seguirci. Questa è credo sia davvero la più bella vittoria.

Quelli che ci hanno abbandonato l’anno scorso sono i classici tifosi occasionali che saranno pronti a tornare sul carro dei vincitori non appena le cose torneranno a funzionare. Non ne sto facendo una colpa, sia chiaro, fa parte della storia dello sport. Sono rimasti l’affetto, l’amore per la maglia e soprattutto la pazienza e l’intelligenza di apprezzare che sia già importante avere una squadra, anche ridimensionata, piuttosto che non averla affatto vedendola scomparire.

Ogni anno, e lo vediamo tutti, ne sparisce una. Siamo contenti che lo apprezzino perché alla fine noi lo facciamo per loro e non per lo sponsor, per il movimento o per la soddisfazione personale. L’ambizione da parte nostra non manca mai, faremo il possibile per tonare a vincere.

Io uso sempre questo termine: la UYBA è diventata un fenomeno «sociale». Ogni settimana, ogni week end per tutto l’anno noi creiamo momenti di aggregazione per le persone. Non solo, noi rappresentiamo una comunità intera sotto l’aspetto sociale. La responsabilità che abbiamo è grande, siamo diventati una ragione di vita per tante persone oltre che di svago, di divertimento, di gioia. È bello avere questa responsabilità e in qualche modo mi sento dire che siamo una famiglia allargata. Questa è la squadra della comunità e il club del territorio. Per questo cerchiamo di creare tanto per il nostro pubblico.

Intanto perché il rimane uno degli impianti più belli d’Italia che ogni anno è capace di migliorarsi con tante cose nuove sveleremo e scopriranno a breve. In più ci sarà quest’anno l’occasione di vivere giornate con doppi eventi. Quattro squadre che giocheranno nel giro di qualche ora con tante campionesse. Occasioni più uniche che rare. E poi arriveranno a Busto anche i campioni della serie A1 maschile. Dopo l’argento alle Olimpiadi, quegli stessi giocatori verranno da noi a fare le loro partite. Il Pala è vivo praticamente sempre. Impossibile non frequentarlo.