«La parola d’ordine è puntare sui giovani». Confartigianato traccia la strada per il rilancio

L’associazione di categoria varesina fa il bilancio dopo l’approvazione della nota sul Def

Approvata la nota al Def per la legge di Bilancio 2018, è ora tempo di conti e di prospettive: «Giovani: è la parola d’ordine per il 2018» spiega Confartigianato Imprese Varese. Ma la strada per risolvere la “questione giovani” è ancora lunga: sul piatto infatti ci sono più di 700 milioni di euro (su una manovra di 19,6 miliardi) per la crescita e lo sviluppo, dei quali 338 per la decontribuzione dei ragazzi che verranno assunti a tempo indeterminato per tre anni (per il giovane dovrà

trattarsi del primo contratto di questo tipo) a partire dal 2018. Parliamo di «Dote iniziale», secondo la definizione del Governo, che nel 2019 dovrebbe essere di 2,162 miliardi di euro e quasi 4 miliardi nel 2020 «per invertire ancora di più il trend negativo della disoccupazione giovanile, dove i numeri lasciano il segno “meno” sulla carta e la dilagante demotivazione in chi continua nella spasmodica ricerca di un impiego». Infatti secondo l’Istat, ricorda Confartigianato Varese, nonostante la disoccupazione dei 15-24enni sia scesa al 35,1% (nel 2016 era al 37,3%), la preoccupazione c’è e rimane.

A questo punto «per le imprese interessate all’assunzione – e non sono così poche come si possa immaginare, anche in provincia di Varese garantisce l’associazione varesina – la corsa alle agevolazioni attualmente in vigore (e in scadenza a fine anno) potrebbe richiedere uno sprint» dato che gli stanziamenti indicati per il 2018 non sono certo elevati. L’incentivo infatti vedrà il dimezzamento dei contributi che passeranno dal 15% di contribuzione l’anno contro l’attuale 30% con un tetto fissato a 4.030 euro per ciascun lavoratore. Sull’età dei giovani il governo è ancora incerto: ad oggi ci si è fermati ai 29 anni (come è per Garanzia giovani), ma se arriverà l’ok da Bruxelles si salirà a 32.

E proprio la questione degli incentivi spot scalda il dibattito perché, aggiunge Confartigianato «se l’obiettivo del governo è quello di arrivare ad attivare in quattro anni un milione di posti in più rispetto a quelli del 2013, la strada da percorrere è ancora lunga». Le proposte per affrontare una volta per tutte la questione “giovani” sono tante, «perché in Italia i giovani inoccupati sono ancora il 35% e ci sono posti di lavoro che richiedono nuove competenze: la sfida è questa. Sullo stesso piatto ci sarebbe anche una riflessione sull’offerta formativa duale che porta direttamente ai contratti di apprendistato». Dunque un pacchetto di incentivi «che sarà bene usare nel migliore dei modi, anche perché i fondi a disposizione ad oggi non sono eccessivi». Lo sanno le imprese «che in queste agevolazioni ci credono» e lo sanno i giovani «che si vogliono mettere in gioco ma, spesso, non sanno come farlo e soprattutto dove».

Per il resto, spiega l’associazione varesina, di quei 700 milioni, 300 dovrebbero servire per dare una spinta agli investimenti pubblici, 15,7 miliardi andranno allo stop delle clausole di salvaguardia (Iva e accise), 2,6 per i contratti dei dipendenti pubblici e 600 milioni per la lotta alla povertà. La parola, a questo punto, passa alle Aule: «Con il rischio – sempre presente in periodi preelettorali – di poco funzionali assalti alla diligenza».