Quando l’affare a portata di clic. Anche i varesini comprano online

Sempre di più, anche in provincia, quelli che si affidano a internet

Non ci sono saldi che tengano: è sempre il momento giusto per compare on-line. Si certo, ci sono le promozioni da black Friday che offrono qualche sconto in più, e allora si può rimandare di qualche giorno l’acquisto per aspettare il venerdì giusto, ma in linea generale gli acquisti on-line continuano a crescere ogni giorno.

Nel 2016, secondo i dati elaborati da Confartigianato, è del 50,5% la quota di utilizzatori di internet che hanno effettuato ordini o acquisti online di beni e servizi, con un aumento di 1,8 punti rispetto alla quota dell’anno precedente. In valore assoluto gli acquisti online vengono effettuati da oltre 16milioni di utenti internet dai 15 anni in su e nell’ultimo anni gli acquirenti online sono saliti di oltre 1,3milioni, pari al 9,1% in più. In particolare il 28,7% ha ordinato o comprato merci o servizi negli ultimi tre mesi, il 12,0% nel corso dell’anno e il 9,7% più di un anno fa.

Un trend dal quale anche la nostra provincia non è immune. Sul nostro territorio non solo si compra molto on-line, ma si vende anche on-line: secondo i dati della Camera di Commercio oltre il 50% dei varesini compra on-line e, lo ricordiamo, ci sono imprese che fondano tutto il loro successo proprio sull a formula dell’e-commerce, come la Gallaratese Eprice, uno dei più importanti operatori dell’e-commerce, che fa parte del gruppo Banzai e che in tutta la provincia e tutto il territorio nazionale ha numerosi punti di ritiro delle merci.

Ma cosa si compra principalmente on-line? Secondo la ricerca di Confartigianato soprattutto viaggi e trasporti (40,9%), ma anche tanti abiti e articoli sportivi (40,2%), seguiti da informatica e tecnologia (31,5%), articoli per la casa (30,5%), libri, giornali, riviste (inclusi e-book), materiale per la formazione a distanza (28,5%) e film, musica, biglietti per spettacoli (25,8%). Quote più contenute di acquirenti online per servizi di telecomunicazione (10,8%) e Prodotti alimentari (8,6%).

Sul lato dell’offerta di e-commerce la quota di imprese che lo utilizzano è invece pari all’11% e dunque inferiore al 20% della media UE. L’ancora bassa propensione delle imprese italiane ad effettuare vendite mediante il commercio elettronico è determinata da barriere all’accesso alle vendite online. In particolare il 20,2% delle imprese attive nel commercio via web indica costi connessi all’avvio dell’e-commerce superiori ai benefici attesi; inoltre in un caso su dieci pesano la logistica (10,8%), il quadro legislativo di riferimento (10,3%)

e i problemi dei pagamenti online (9,1%). Ma c’è anche un risvolto della medaglia importante sul fronte di questo aumento esponenziale delle vendite on-line: se è vero che si vende di più è anche vero che proprio il canale online segna una crescita dello scambio di beni contraffatti: tra il 2010 e il 2014, spiega lo studio di Confartigianato, è triplicata la quota di sequestri nell’Unione Europea relativi a merci trasportate con corriere espresso e posta, usuale mezzo di trasporto per beni acquistati online, passando dal 5,7% al 16,3%. Ad essere particolarmente esposto alla contraffazione nel commercio online è l’abbigliamento, che ha registrato tassi di crescita a doppia cifra degli acquirenti online nell’ultimo anno.