«Sì a una profonda riforma degli enti. Meno costi e più fatti per le imprese»

Il presidente di Confartigianato Davide Galli interviene sul riassetto delle Camere di Commercio

Dopo il via libera alla riforma delle Camere di Commercio di qualche settimana fa il dibattito sul loro riassetto prosegue: «Sì a una riforma vera: meno costi, più fatti per le imprese» è il punto di partenza della riflessione di , presidente di Confartigianato Varese. E affinchè le buone intenzioni non si trasformino in occasioni sprecate «pensiamo si debba valutare positivamente anche la possibilità di aggregarci con gli enti camerali di altri territori». Il motivo del riassetto delle Camere di Commercio è

chiaro negli obiettivi: migliorare il rapporto con i cittadini, liberare le energie delle imprese e rimettere in ordine i conti, «la direzione è giusta – spiega Galli – ma teniamo alta l’attenzione e ribadiamo che non bisogna aver paura di cambiare, contenere i costi, sperimentare formule innovative, ricercare una migliore efficienza, valutare nuove sinergie, crescere in agilità». Dopo l’approvazione, a fine agosto, dello schema del decreto legislativo di riforma delle Camere di Commercio, ora lo stesso dovrà passare all’esame di commissioni parlamentari, Consiglio di Stato e Conferenza Stato Regioni per i relativi pareri e, solo al termine dell’iter, tornerà in Consiglio dei Ministri per l’approvazione definitiva. E in questo ancora lungo percorso Galli chiede «no a compromessi o retromarce». È alle imprese «che attraverso la riforma bisogna garantire sempre maggiore efficienza, velocità, concretezza e una riduzione di costi indispensabile per il rilancio della competitività e della produzione». Basta dunque con le sovrapposizioni, sì alle sinergie e sì a una pubblica amministrazione più europea: «Concordo con la linea scelta e con le funzioni istituzionali oltre che di riferimento amministrativo e tecnico delle Camere di Commercio, anche con l’obiettivo di valorizzare il ruolo del privato sul mercato e il motivo è chiaro: una pubblica amministrazione lenta, incapace di intercettare la richiesta di cambiamento e dinamismo, opprimente nelle sue richieste burocratiche, e onerosa, è un’ipoteca sulla ripresa».