«Il Risorgimento torni tra i banchi. E a spiegarlo siano i prof in pensione»

“Varese per l’Italia 26 Maggio 1859” chiede all’amministrazione anche di riaprire il museo di Villa Mirabello

Insegnare la storia del Risorgimento nelle scuole della nostra provincia. Grazie agli insegnanti in pensione. Questa è l’iniziativa lanciata dall’associazione “Varese per l’Italia 26 Maggio 1859”, guidata da , che punta a promuovere tra gli studenti dei diversi istituti, di ogni ordine e grado (dalle elementari alle superiori), una maggiore conoscenza delle radici italiane. In particolare, degli avvenimenti del Risorgimento più vicini a noi, che ebbero luogo sul nostro territorio.

«Le scuole ci chiedono in continuazione di tenere lezioni e approfondimenti sul Risorgimento – spiega Barion – tuttavia il problema è che non siamo abbastanza numerosi per far fronte a questa richiesta che, fortunatamente, è sempre più elevata. Quindi, abbiamo deciso di lanciare questo progetto, per coinvolgere quegli insegnanti in pensione, che abbiano voglia di andare a tenere lezioni sul Risorgimento negli istituti della nostra provincia».

L’iniziativa è stata presentata ieri a Palazzo Estense, in Sala Montoli, dagli esponenti dell’associazione: oltre a Barion, erano presenti , , e .

La professoressa Giromini avrà il compito di coordinare il gruppo di insegnanti. Chi volesse prendere parte a questo progetto può contattare l’associazione all’e-mail [email protected], o al numero di cellulare 334/3104322.

Varese per l’Italia lancia inoltre un appello, rivolto all’amministrazione comunale di Varese, per riaprire il museo del Risorgimento a Villa Mirabello. «Innanzitutto chiediamo di rendere più usufruibile il dipinto del Pagliano, che rappresenta i Cacciatori delle Alpi che sbarcano a Sesto Calende – sottolinea Barion – ma in particolare di tirare fuori dai magazzini e mettere in esposizione tutti quei cimeli legati alle guerre di indipendenza, anche divise ed elmetti. Elementi che possono avere una certa attrattiva per avvicinare gli studenti alla storia».

L’anno prossimo ricorre infatti «il centenario della fine della Grande Guerra. Un evento la cui tragicità nessuno mette in discussione, ma che in ogni caso rappresenta l’ultima fase del Risorgimento, con il completamento dell’unità nazionale».