«A Sassari ambizione e il tifo di tutta la Sardegna. La Nazionale? Ho lavorato duro, sono orgoglioso»

Achille Polonara ha voltato di nuovo pagina, abbracciando la Dinamo: «C’è grande voglia di crescere»

Achille Polonara ha scritto qualche pagina di storia a Varese, o perlomeno ci è andato molto vicino nelle due stagioni che ha trascorso qui.

PolonAir, dopo aver sfiorato lo scudetto nell’anno degli “Indimenticabili”, l’ha sfiorato per altre due volte con la maglia di Reggio Emilia, perdendo per due stagioni consecutive la finale Scudetto, prima con Sassari e poi con Milano. Ora il marchigiano ha voltato di nuovo pagina: dopo tre stagioni, a maggio ha scelto di lasciare la Grissin Bon per accettare la corte della Dinamo Sassari. E domenica, al suo ennesimo ritorno da avversario al PalA2A, non è stato per nulla tenero con la sua ex squadra: il tabellino ha fatto segnare 11 punti, 8 rimbalzi e 6 assist. Il popolo sardo lo ha eletto a MVP della partita, il popolo varesino lo ha benevolmente “mandato al diavolo”. Sassari non aveva mai vinto lontano dal Pala Serradimigni quest’anno, e ha interrotto il digiuno a Varese. Insieme ad Achille torniamo proprio sulla sfida di domenica.

Sapevamo benissimo che non sarebbe stata una domenica facile, anzitutto perché Varese aveva sempre fatto grandi prestazioni in casa e perché veniva da una trasferta ad Avellino che si era giocata fino all’ultimo possesso. Però siamo arrivati a Varese con l’intento di riprenderci ciò che avevamo lasciato sul campo la domenica precedente contro Capo d’Orlando, e per fortuna ci siamo riusciti.

Sicuramente, ho trascorso due anni bellissimi a Varese e, personalmente, è sempre bello tornare a ritrovare tanti amici e tante persone con cui ho condiviso gioie e dolori, momenti belli e brutti. Parlo anche della società, per me è sempre un piacere ritrovare Varese e la sua gente, mi sono trovato molto bene.

A Reggio sono stato sicuramente bene e ho vissuto tre stagioni incredibili, con due finali Scudetto giocate sul campo e purtroppo perse. È vero, sono stati finora i tre anni più importanti per la mia carriera a livello di crescita personale, purtroppo però era finito un ciclo per tutti noi. La squadra è stata rivoluzionata, molti giocatori come me, Aradori, De Nicolao ma anche gli stranieri sono andati via. Per giunta Sassari si è fatta avanti molto presto, a fine maggio avevo già firmato con loro. Il presidente Sardara e l’allenatore Pasquini mi hanno cercato con insistenza e mi hanno voluto fortemente, e questa cosa mi ha colpito molto. Sassari è una società che ha grandissima ambizione, è organizzata e ha una costante voglia di crescere. Ti mette nelle condizioni di dare il massimo senza coprirti di eccessive pressioni. E questo credo sia importante.

Sì, tutta la Sardegna ha nel cuore la Dinamo e anche in altre città come Nuoro, Olbia, Oristano e anche la stessa Cagliari, c’è grande tifo per noi. Noi giocatori veniamo veramente adorati, ed è una cosa bellissima.

Ovviamente sì, sono felice di essere stato richiamato in nazionale dopo due anni in cui non avevo fatto parte del gruppo. Mi dispiaceva non farne parte prima ma ho sempre accettato serenamente tutte le scelte, lavorando duro sperando che arrivasse il giorno di una nuova convocazione. Per fortuna è arrivato, e sono orgoglioso.

Questo è un gruppo in cui molti ragazzi sono alla prima esperienza in Nazionale, e sento che c’è molta voglia di mettersi in discussione, c’è molta ambizione. Speriamo di poterle vincere entrambe per dare inizio a questo nuovo corso con il piglio giusto.