Abbiamo vinto “soltanto” l’Eccellenza. Quando se ne andò Grossi, arrivò Zecchin

Non ci sono intoccabili né salvatori della patria: il commento del direttore Andrea Confalonieri

Qual è il problema del Varese? Nessuno. Il Varese non è mai stato così bene perché ha recuperato le uniche qualità che fanno la differenza: varesinità, radici, passione. Manca solo un finanziatore importante, almeno all’apparenza: se non sarà Vavassori, qualcun altro arriverà. Se pensiamo che un anno fa di questi tempi qualcuno in società lanciava il fenomenale libanese Alì Zeaiter quale salvatore della patria, spalleggiato da gente che poi è sparita dallo stadio o si è

rintanata nella gabbia dei social network, ci sarebbe da tuffarsi nudi nella fontana di piazza Monte Grappa. Se Zeaiter e compagnia vennero applauditi da quattro gatti in comune, oggi gli applausi al Varese sono migliaia. Le uniche cose intoccabili sono queste: gente, sogni, una società che può solo crescere (intanto è seria e mantiene la parola data, una rarità), i giovani e i “nostri” (Lercara, Zazzi, Giovio…). Nessuno ha compiuto imprese leggendarie, nessuno è entrato nella storia (accadrà quando torneremo in serie B). Tutti hanno fatto il loro dovere, dando il massimo: non era scontato, dopo la scorribanda di traditori e mercenari. Gratitudine, ok. Applausi anche, ma giù la testa e pedalare. Avete (abbiamo) vinto solo l’Eccellenza: la strada è lunga. Quindi, per parlar chiaro, giocatori e allenatore sono sotto esame non tanto per ciò che hanno fatto (bene, anzi benissimo) ma per quello che potranno fare in serie D. Sono vincenti? Fidiamoci della società: che, nella scelta delle persone, è stata (lei sì, prima di tutti) vincente. Consigli? Per vincere la D, bisogna saperla vincerla. O averlo già fatto. Quindi, se qualcuno se ne andrà, accadrà per fare posto a chi sa farlo. Ricordiamo, sommessamente, che Luca Sogliano si privò di Grossi nel momento in cui “Paolino” godeva della massima popolarità e, incassando soldi e mugugni, disse: «Che problema c’è, il Varese viene prima dei singoli. Ne arriverà uno più forte». Quello più forte si chiamava Zecchin. Si accomodi altrove chi si atteggia a salvatore della patria o chi alza il prezzo: il Varese e il suo pubblico a questi livelli (ma anche più su) non hanno prezzo. Arriveranno altri Zecchin (in mezzo, davanti, forse dietro), ma l’unico grande nome che conta è quello della società (della città): Varese.