Anche Ivan Basso ha la “sua” scuola. «La mia storia al servizio dei ragazzi»

Il Liceo Sportivo di Cassano Magnago è stato intitolato al campione: «Bello se i miei figli studiassero qui»

– Un venerdì di gioia e di soddisfazione per Ivan Basso: nella sua Cassano Magnago, precisamente agli Istituti Cavallotti, è stato inaugurato il Liceo Sportivo a lui intitolato. Una serata che ha riempito gli occhi e il cuore al campionissimo cassanese, che commenta così questa novità a casa sua: «L’evento di inaugurazione è stato bellissimo, ho visto tantissima gente e ciò mi ha fatto piacere. Erano presenti le Istituzioni ma anche tantissimi bambini, tantissimi piccoli ciclisti.

Mi aspettavo ci fosse un po’ di gente, è stata però una sorpresa vederne così tanta: siamo stati tutti contenti di questa risposta positiva. Ricordo che quando mi proposero l’intitolazione del Liceo rimasi due giorni a pensarci, poi diverse situazioni mi fecero propendere per il sì: perché sono cassanese, ho studiato qui, sono stato uno sportivo per tanti anni e ho visto la situazione anche in veste di papà. Dovessero prendere questo indirizzo, mi piacerebbe che un giorno i miei figli studiassero qui».

L’idea del Liceo Sportivo piace ad Ivan, e molto: «Il tipo di scuola, nel modo in cui è impostato, mi piace molto. Mi affascina l’idea che le ore di sport vengano conteggiate come ore di scuola. Io avrò modo di tenere qualche lezione su diversi ambiti: dall’educazione stradale al coaching sportivo, ossia come condurre un gruppo, come essere leader di un team di lavoro o anche della propria classe. Una testimonianza che per me è importante anche per un motivo: la mia storia sportiva e di uomo non è sempre stata bella, ho vissuto delle parentesi negative e sotto questo aspetto mi è piaciuta molto una frase di Renato Zero, “per apprezzare l’equilibrio bisogna cadere”. Ecco, alla soglia dei 40 anni trovi un tuo equilibrio e puoi metterlo al servizio di ragazzi più giovani, che alla loro età ancora non possono averlo trovato. Per me questo è un dovere più da padre che da sportivo, è come se andassi a parlare a mia figlia. All’interno del percorso farò dunque qualche ora di lezione ai ragazzi, in base ai miei impegni. Trovo sia geniale l’idea di dare più spazio allo sport all’interno delle scuole, perché chi ha lo sport come missione deve poter avere una scuola che sappia valorizzare questo percorso».

Curioso come, a distanza di pochi chilometri, sorgano due Licei sportivi intitolati a due ciclisti: il Liceo Pantani di Busto Arsizio, e da venerdì il Liceo Ivan Basso di Cassano Magnago: «Mi fa piacere constatare l’alta richiesta che c’è per questo tipo di istituti, a prescindere dall’intitolazione. C’è esigenza di posti perché i ragazzi interessati sono tanti».

I suoi sogni per Cassano però non finiscono qui: «Sono stato oggi (ieri per chi legge) alla partenza del GP dell’Arno, e in quel momento ho pensato che mi piacerebbe che le tre società ciclistiche di Cassano Magnago (San Pietro, Velo Club e Cassanese) possano unirsi in una unica polisportiva. Mi metterei a disposizione dando un contributo. Mi piacerebbe vedere tanti bambini che pedalano, non che gareggiano: penso che tra i sei e gli undici anni sia più importante pedalare che essere competitivi. Sogno un anello ciclabile in cui tutti questi bambini possano girare insieme. Dobbiamo dare ai bambini e alle famiglie gli strumenti per pedalare e per avvicinarsi al ciclismo: nei sogni, lo sapete, c’è poi anche quello di portare una tappa del Giro d’Italia a Cassano Magnago».

Ecco, a proposito di Giro d’Italia, questo è l’Ivan-pensiero sulla corsa rosa appena conclusa: «Da uomo Trek-Segafredo posso dire che non è stato un Giro esaltante. Mi spiego: i ragazzi hanno dato il massimo però Nizzolo ha avuto problemi di salute e i suoi risultati ci sono mancati, mentre Mollema puntava al podio e ha chiuso settimo. Lui stesso si aspettava qualcosa di più avendo le potenzialità per entrare tra i migliori tre. Sul piano generale, penso sia stato un Giro stupendo: Dumoulin mi ricorda molto il mio idolo Indurain, quando uno è forte ed è così bello da vedere in bicicletta, è uno spettacolo. Ha corso con grinta, ha difeso e vinto all’ultimo chilometro un Giro che credo sia stato stupendo».