«Arianna era vicina. Così brucia»

Rio 2016 Leoni, coach della Castiglioni, commenta il mancato ingresso in semifinale: «Strana la squalifica annullata»

Che beffa per Arianna Castiglioni a Rio: esclusa dalla semifinale olimpica per l’annullamento della squalifica di un’atleta giapponese. «Brucia, eccome – la delusione del suo allenatore Gianni Leoni – visti i tempi della semifinale, Arianna con una “magata” poteva anche arrivare in finale». Ma non c’è tempo per le recriminazioni: venerdì di nuovo in vasca per la staffetta 4×100 misti.

Ce l’aveva fatta, Arianna Castiglioni. Con il sedicesimo tempo nella batteria dei 100 rana, la diciottenne di Sacconago aveva centrato l’obiettivo della qualificazione alla semifinale. E in tanti, a Busto, erano già pronti a far nottata per vederla in vasca a giocarsi un posto in finale. Poi, la doccia fredda. La giapponese Kanako Watanabe, che aveva segnato un tempo di appena un decimo inferiore a quello di Arianna ma era stata squalificata, viene reintegrata. Come mai? Sul referto di gara si legge solo che «la precedente squalifica è stata ribaltata dopo il reclamo della Federazione giapponese».

Tanto basta per scalzare Arianna Castiglioni dalle semifinali. «Per qualche ora non ha spiaccicato parola, poi si è tirata su, grazie anche alle compagne che l’hanno consolata» racconta da Rio Gianni Leoni, l’allenatore di Arianna. La riammissione di un’atleta squalificata, a questi livelli, è cosa molto rara, anche perché ai Giochi ci sono i migliori giudici di gara del mondo, che difficilmente squalificano una nuotatrice senza motivazioni più che solide. Il caso rimane un mistero, visto che, come fa sapere Gianni Leoni, «non si conoscono né le motivazioni della squalifica della Watanabe, né le motivazioni della sua riammissione». Si sa solo che il giudizio è stato accettato dalla delegazione azzurra senza fare controreclami.

Ma quello che fa più male, per la nostra Arianna, è il fatto che a raddoppiare la beffa c’è anche la presenza tra le sedici semifinaliste della russa Julija Efimova, fischiatissima nella piscina olimpica, dal pubblico ma anche dagli stessi atleti, dato che è una tra le nuotatrici russe riammesse ai Giochi tra mille polemiche, dopo che erano state inizialmente escluse in seguito alla pubblicazione del rapporto McLaren sul doping di Stato. Come dire, sintetizza coach Leoni,

«un altro posticino lasciato da Arianna che poteva significare la semifinale». Ma tant’è, alla nuotatrice bustocca rimane l’orgoglio di aver fatto un’ottima gara: «È stata bravissima, dopo tre settimane di dolori in cui in allenamento aveva spinto come si doveva forse solo per 2-3 giorni – commenta Gianni Leoni – è scesa in vasca senza questa sensibilità della gamba, che è decisiva nella rana e che si acquisisce solo nuotando. Per questo ha commesso un paio di errori che le hanno fatto perdere il ritmo e l’hanno rallentata. Peccato, la semifinale sarebbe servita per migliorare e scendere sotto il minuto e sette secondi (in batteria Arianna ha segnato un tempo di 1.07”32, ndr)».

Tanto più che, visti i tempi delle semifinali di ieri, con 1.06”73 si entrava in finale: «Arianna era lì, non molto lontana – sospira il coach – poteva anche venire fuori una “magata” delle sue per centrare la finale…». Ma per recriminare non c’è tempo: venerdì alle otto e mezza, ora italiana, Arianna è di nuovo in vasca, per la frazione a rana della 4×100 misti, conquistata proprio grazie alla prestazione di domenica in batteria. L’occasione giusta per riscattare la beffa? «Di certo avrà le motivazioni per dare il massimo, perché non sarà facile entrare in finale con la staffetta – aggiunge Leoni – ma il vero riscatto inizia l’anno prossimo, quando si inizia a lavorare in vista di Tokyo 2020. Le potenzialità ci sono».