Mamma Laura, a bordo campo, ci suggerisce il tuo voto, Claudio: «Anche oggi merita un senza voto, così si arrabbia e noi lo riempiamo di parole, a casa».
Il primo coro dei tifosi è per lui: «Un capitano, c’è solo un capitano». E se è così, ci sarà un perché: capitano silenzioso e sempre presente.
Ma quanto ci voleva per schierarlo finalmente nel suo ruolo, al centro della difesa? Lì, gioca come non ha mai fatto: impeccabile.
Gli danno in mano le chiavi della difesa e lui, con quelle, chiude il lucchetto.
Ogni applauso per lui e per Giovio, è un applauso a Giorgio Scapini. «Azzolin in Nazionale», gli gridano i tifosi.
Tanta corsa, tanti cross. Sulla destra è una certezza.
Morde chiunque gli passi vicino: mastino.
Nonostante la faccia da bimbo e il poco spazio avuto finora, gioca da giovane veterano. Dalla tribuna qualcuno lo scambia per Zazzi.
Non è la sua partita ma correre fino all’ultimo secondo.
Gol da killer instint: lontano dall’area è uno dei tanti, ma quando gli arriva una palla dentro lui non sbaglia mai.
La differenza tra una partita noiosa e uno spettacolo? Carminetor Marrazzo.
Un rigore sbagliato non offusca la luce di una stella che fa brillare anche i pianeti che gli girano attorno.
– Entrano e fanno il loro dovere. Titolari sempre.