Cordate romane? Santarelli e Nuccilli non ci convincono

Entrambi gli imprenditori interessati al Varese hanno un recente passato di scalate finite male. Non bastano i soldi di martedì: servono progetti

Mentre si avvicina il redde rationem del 14 luglio, una parte del mondo biancorosso s’interroga sulle cosiddette cordate romane, che sarebbero rappresentate dagli imprenditori capitolini Piero Santarelli e Alessandro Nuccilli. Nomi già noti nel pallone, purtroppo non alla voce magnifiche sorti e progressive. Vi sveliamo il curriculum calcistico dei due, poi decidete voi se volete fidarvi o no.
Piero Santarelli è al vertice di Fincassia, una finanziaria che tratta mutui, prestiti, finanziamenti e fidejussioni: temi di stretta attualità in via Manin.

E ha una smodata passione per il calcio: negli ultimi cinque anni ha messo nel mirino nove club, riuscendo ad acquistarne solo uno.
Sempre con la stessa strategia: bersaglio sull’orlo del fallimento, abboccamento col sindaco, contatto con i proprietari, trattativa, offerte ribassate fino a quote simboliche causa accollo dei debiti, epilogo deludente.
Il suo iperattivismo comincia nel 2010, quando fa una specie di Giro d’Italia. A gennaio tratta il Modena, ma sul più bello l’accordo

salta. A marzo avvicina la Reggiana: altro flop, lui dà la colpa alle coop rosse. L’estate è torrida. Prima ci prova col Perugia, ma rinuncia per «l’ostracismo delle banche». Poi mira al Ravenna, ma si defila perché «la piazza è fredda», mentre gli interlocutori indigeni storcono il naso sulle garanzie economiche presentate. Quindi si sposta ad Arezzo, dove propone a patron Mancini il solito quibus minimale: non se ne fa nulla e gli amaranto vanno in default.
Il 30 agosto 2010, finalmente, Santarelli riesce ad acquistare un club: il Messina, indebitato e caduto in serie D.

La sua presidenza in giallorosso dura cinque mesi, densi di inciampi: viene accusato di aver comprato con assegni scoperti; la squadra viene cacciata per morosità dall’albergo; una trasferta viene coperta ai giocatori da una colletta dei tifosi; si accumulano penalità in classifica. A gennaio 2011 la travagliata cessione. Poi la coda velenosa: 18 mesi di inibizione per non aver pagato cinque giocatori.
Esaurita l’esperienza peloritana, ricomincia il tourbillon di compro-non compro itinerante. La tappa seguente è Ferrara, dove la Spal se la passa male: è il febbraio 2012, Santarelli si accorda sulla parola col proprietario Butelli per acquisire il 98% delle quote a 1,5 milioni, ereditando debiti per 4 milioni. Per nove giorni è il messia: va allo stadio, si presenta alla città, parla di risalita. Poi al momento delle firme chiede lo sconto, perché dice di aver scovato debiti imprevisti, e il tavolo salta.
A giugno 2013 sul piatto c’è la gloriosa Sambenedettese. Qui Santarelli fa una cosa stramba: presenta la fidejussione di 400mila euro prima ancora di acquistare il club, salvo ritirarla l’indomani. Anche stavolta tutto implode. Nel 2014 si dice faccia parte della cordata interessata alla Triestina. Oggi l’obiettivo è il Varese.

L’altro papabile è Alessandro Nuccilli. Controlla una serie di società impegnate in edilizia, pulizie, servizi e poste private. Quasi tutte srl o individuali, con meno obblighi contabili di legge.
Ha all’attivo “solo” quattro tentate scalate, recentissime e finite male: anche lui parte dai sindaci, avvicina i proprietari e poi declina le colpe. L’hanno visto a Parma (promise che l’avrebbe preso nell’asta fallimentare del 22 maggio: lo stanno ancora aspettando), Monza (primi di giugno), Cuneo (non più tardi del 22 giugno) e Grosseto («Una perdita di tempo», parola di patron Camilli). Il grido di battaglia, affidato a Monza News, è: «Qualsiasi squadra in difficoltà voglia mettersi in mostra, io sono pronto in qualunque momento a fare il presidente».
Ora, tifosi del Varese: sono questi i salvatori della patria biancorossa? E voi, Santarelli e Nuccilli: dite chiaro e tondo, qui e ora, se e cosa volete fare. Non bastano i soldi per iscriversi, servono progetti e capitali per la gestione. Se non è una cosa seria, lasciate perdere il Varese e amici come prima.